C’era una volta un mondo in cui le cose avevano un nome. Poi, un giorno, arrivò un tornado che si portò via il senso dei nomi. Era notte, o forse era giorno, perché quando il nostro personaggio si svegliò come da un incubo, si rese conto che mentre lui aveva vissuto l’incubo molte persone avevano continuato a vivere lungo giorni e notti che si erano succeduti l’uno all’altro come sempre; che era lui a non essersi messo alla pari con il tempo. Forse aveva avuto troppo bisogno di se stesso e s’era perso il mondo esterno. Fatto sta che questo tale un giorno si alzò dal letto, si stiracchiò, si fece una doccia...
lo show-business vis...
Ho ascoltato l’intervista che un giornalista di Radio Capital ha fatto a Roberto Saviano (qui) in relazione al programma televisivo che – già «calendarizzato» per la messa in onda di qui a tre settimane – la Rai sembrava volesse mettere in forse (vedi qui), mentre invece...
rutti e decoro
È il tendone della festa della birra in piazza Bra. Deve ancora cominciare, la festa: è per questo che il fotogramma della webcam comunale non riprende nessun ubriaco. E il tendone – delle casette tirolesi di legno che si vedono in basso non so niente – non è stato autorizzato...
tacchi a spillo e fu...
Segnalo questa cosa uscita il 15 settembre sull’inopportunità igienico-sindacale (mio dio) dei tacchi delle donne sul lavoro, ripresa qui su Repubblica.it dal corrispondente da Londra Enrico Franceschini. Che perfino la Gran Bretagna stia conoscendo questa crescente pervasività della...
la prostata dello st...
Mi ero distratta: questa me l’ero persa. Feltri che dice che Berlusconi è impotente, e quindi non ha senso che paghi ragazze perché tanto non potrebbe mai esserne l’utilizzatore finale e neanche intermedio, se è per quello. un amico fedele, eh? Ora. A parte che con un amico...