Mio padre ha sempre raccontato molto poco della sua storia, e anche le sue sorelle. Sono orfana di lui da quando avevo diciott’anni e orfana da sempre della sua vicenda di bambino, di ragazzo, di uomo, marito e padre. A casa cantava canzoni popolari, canti di militari, bersaglieri, alpini. Non sopportava gli arrangiamenti da orchestrina del liscio con cui nel tempo avevano tentato di modernizzarli. Gli piacevano i cori in se stessi: l’intreccio, l’armonia, il rincorrersi e l’arrotolarsi ordinato delle voci l’una sull’altra. Gli piaceva che quei canti rimanessero cose demodé, sorpassate, inattuali. Ha...