un buon profumo
Ho passato tre giorni a Milano.
A Milano sembra che tutti abbiano uno scopo, e che tutti abbiano trovato il senso.
Lo vedi in una ventiquattr’ore di pelle, o in una cravatta, o in uno zaino da modella sulle spalle. O in un’auto. Oppure lo senti in un clacson.
Ero a Milano per lavoro, e con me c’erano cinque donne.
Intorno, sentivo un profumo meraviglioso.
Secco, avvolgente, filiforme, seducente.
Ho passato tre giorni a chiedere a ciascuna di loro quale fosse il loro profumo.
Quando mi dicevano qual era, mi rendevo conto che lo conoscevo, ma non mi era mai sembrato così buono.
Poi sono tornata a casa.
Mi sono spogliata e ho ripiegato i vestiti, e le calze.
Io spruzzo sempre un po’ di profumo sulla gamba, dietro le ginocchia, e nell’incavo del gomito.
Ho annusato i miei vestiti.
Il profumo che mi piaceva tanto era il mio.
E ho capito che in questa faccenda c’è qualcosa da imparare.
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