swinging me
La cosa più difficile è credere che ne valga la pena: continuare a credere che ne valga la pena.
Per fare tutto, e per crederci, ci vuole un sacco di energia.
Quello che per adesso mi riesce meglio è fare.
Non tutto, ma qualcosa; quello che riesco a fare, tenendo in conto il limite.
Quanto al crederci, ci provo.
In quel che faccio riesco a credere, ma ancora di più credo in quello che devo ancora fare.
Credo in quello che sto cercando di fare. Credo nel senso che cerco.
Credo nel fatto che le cose arrivano quando è il momento, e che tutto quello che devi fare è prepararti.
Credo che se provi a fare una cosa e questa cosa non ti riesce, allora vuol dire che quello non è il momento.
E credo che ci vogliano gioia, salute e fortuna.
E credo che non arriverà mai più un momento nel quale io tornerò a capire l’ostinazione con la quale alcune persone misurano il loro successo sul metro delle prestazioni di cui sono socialmente accreditate.
Sono stata una ragazza che ha dato al lavoro tutto quello che poteva, togliendolo a se stessa e alle persone che amava. Sono stata una che credeva che avrebbe rovesciato le cose da cima a fondo.
So che era anche ingenuità, e anche fiducia.
Ma il grosso era scarsità di esperienza, sopravvalutazione di me, egocentrismo.
Amo di me anche quelle cose, ma averne perso la grandissima parte per strada – nell’attrito con l’aria – non dispiace per niente.
Non mi mancano.
Vedo le mie foto di qualche anno fa e mi pare che nel volto e nel corpo si veda una sofferenza da impotenza, un «gonfiore» da eccesso di immagazzinamento, una sproporzione fra il dentro e il fuori: cose che mi impediscono qualunque possibile nostalgia.
C’è un unico periodo che fa eccezione: quello fra il 1995 e il 2000-2001.
Lì, quel che vedo nelle foto e quello che di me ricordo coincide, ed è veramente gioia. È veramente fiducia.
Ho sempre pensato che il meglio deve ancora arrivare, e che si possa morire solo quando il nostro compito è finito.
Ecco. Io spero che queste due cose siano vere.
Ogni tanto sospetto che non sia così, e quel che provo è la più nera e irrimediabile delle disperazioni; un sentimento che trafigge la polpa della mia anima.
Ma mi ostino a pensare che il meglio mi aspetta da qualche parte, e che c’è ancora tempo per fare, e fare, e fare.
Terrorizzata, ma fiduciosa.
Adelante, con juicio.
Un pendolo fra l’adesso e il dopo, fra il qui e l’altrove.
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