Giornalismo ‘anglosassone’/1 (o celtico?). Ieri, 20 gennaio 2014. Intervistona lunghissima – millantamila parole – sull’Irish Examiner al nutrizionista della squadra di rugby del Munster, che spiega i perché e i percome di un’alimentazione «sana», secondo principi definiti all’avanguardia, degli atleti della prima squadra e dell’Academy. Marco me la mostra e a me viene da dire «strano; troooppo lungo. Chissà che senso ha questo pezzo». Marco: «Ma guarda che è fatto bene». Oggi, 21 gennaio 2014. Sito del Munster rugby. «Il Munster rugby annuncia una partnership di tre anni con il gruppo...
imparare
Non l’ho ancora letto, questo libro di Valeria Parrella che si intitola «Tempo di imparare». Ero andata per comperarlo, ma non c’era. Perciò, posso solo parlare di ciò che le recensioni che ne ho letto mi hanno mosso dentro. È la storia di una madre e di un figlio...
beata te/2
Riassunto delle puntate precedenti. C’è una tipa che faceva la giornalista in un giornale, con un contratto a tempo indeterminato. Per motivi attinenti alle sue personali condizioni di lavoro e alla sua individuale relazione col datore di lavoro e con i colleghi (motivi che non crede di...
beata te
Parecchie persone, da quando ho lasciato il lavoro, hanno commentato «beata te che potevi permettertelo». Vorrei solo dire che non potevo permettermelo affatto, e che sono proprio stanca di essere scambiata per la signorotta privilegiata che si ricostruisce chirurgicamente un’impossibile verginità sociale. Non vengo da una famiglia ricca. Mio padre era un impiegato di banca che morì a 49 anni per un tumore alla vescica: la pensione che aveva maturato fino a quel momento non ha mai permesso alla mia famiglia di vivere largamente. Mia madre ha fatto la casalinga da quando sono nata io, e l’emorragia cerebrale di mio fratello ha...