l’ossessione dei ‘furbi’
Leggo su un giornale locale veronese che
«si allarga […] il fenomeno delle utenze del riscaldamento chiuse da Agsm [azienda veronese che, tra le altre cose, fornisce gas] anche per morosità.
Perché un numero crescente di famiglie o di imprese non paga la bolletta, ignorando i diversi richiami della multiutility dell’energia e del gas.
La stessa azienda conferma che, ogni giorno, partono almeno 50 richieste di chiusura del riscaldamento nei confronti di condomini, singole abitazioni, o anche imprese.
I casi sono aumentati a causa della crisi: le ditte, talvolta, devono scegliere se pagare i fornitori o le bollette.Ma tra i morosi si nascondono pure i furbi.
«Molti, quando si presenta alla porta il nostro operatore, si precipitano a pagare quanto dovuto o a cercare accordi», spiega Floriano Ceschi, responsabile della direzione operativa di Agsm Energia».
Qualche osservazione stupida:
1. «Le ditte devono scegliere eccetera eccetera»: le ditte? E i cittadini? I cittadini che non hanno ditte non hanno difficoltà?
2. I furbi.
Oh, quanto mi piace il moralismo che sta dentro questa definizione. Non siamo capaci di vedere le cose in termini neutri (paga/non paga), ed eventualmente, dopo, di domandarci i perché. Meglio moraleggiare.
Meglio implicare che se fosse autentica povertà, be’, insomma, si potrebbe anche capire; ma che se invece queste persone hanno dei vestiti, e magari anche le mutande senza buchi, e un’auto, oh, in quel caso potrebbero ben pagare, e sono dei ‘furbi’.
3. La prova che molti sono solo furbi e non veramente poveri sta nel fatto che «quando si presenta alla porta» l’operatore dell’Agsm «si precipitano» (oh, la scelta del verbo!) «a pagare quanto dovuto o a cercare accordi».
Sentiamo un po’: cosa dovrebbero fare, per dimostrare che sono veramente in difficoltà, quando si trovano a casa l’operatore dell’Agsm? Tirare fuori lo schioppo? Non è che, magari, quel denaro che alla fine tirano fuori era destinato – boh, chissà – ad altre cose, come per esempio il cibo?
A me pare che negoziare sia una scelta più intelligente che sparare in faccia all’incaricato dell’Agsm.
E, in senso generale, fare i conti in tasca agli altri a me non piace, da qualunque posizione lo si faccia. Anche se si è i creditori.
No. Soprattutto se si è i creditori.
Se leggo questo articolo (nel quale si dice che un intero condominio è stato privato del riscaldamento perché 7 utenti su 121 non hanno pagato) io capisco che i poveri stanno derubando coloro che non lo sono. Io capisco che i poveri sono un problema. Io capisco che i poveri vanno espulsi.
Io capisco che 114 utenti sono invitati a detestare sette altri utenti.
Capisco che 114 gruppi familiari sono invitati a considerarsi meritoriamente regolari, e perciò autorizzati a guerreggiare (metaforicamente, è ovvio) con i sette gruppi familiari poveri, che potrebbero anche essere – eh, attenzione – dei ‘furbi’.
Me li vedo, a dirsi: ‘I g’ha la machina e no i paga gnanga el riscaldamento, e nialtri gh’emo da star al fredo par colpa lori’.
Me li vedo.
Di questo tipo di logica ho maturato una sciagurata conoscenza.
È come se fossero qui a Castleconnell davanti a me.
Quest’approccio mi sconcerta. È quello che mi fa pensare che non c’è speranza.
Più sopra, in una parte dell’articolo che non ho riportato, l’Agsm dice che ha agito in modo perfettamente legale – non ne ho il minimo dubbio, peraltro; forse andrebbe ricordato che le leggi non le fanno i poveri, ma mi rendo conto che detta così è una frasaccia populista – e spiega un po’ di interessanti retroscena.
L’amministratore non ha adottato tutte le misure che la legge gli mette a disposizione per la riscossione, anche coattiva, delle spese condominiali, nel rispetto delle norme e, prima ancora, nel rispetto di chi invece paga correttamente e puntualmente. Raccomandiamo alle famiglie che vivono in condominio di affidarsi ad amministratori professionisti (cercando anche nelle liste delle associazioni di categoria come ad esempio Anaci e Unai), che abbiano la preparazione e la capacità di gestire la raccolta delle spese condominiali.
Dunque.
L’amministratore non ha avuto abbastanza energia. Doveva procedere con la riscossione anche coattiva.
Non solo la riscossione coattiva sarebbe potuta avvenire «nel rispetto delle norme» (la regolarità è un valore che viene prima di tutto), ma sarebbe stata anche un segno di «rispetto verso chi paga». Chiedo scusa: «verso chi paga correttamente».
Chiamate un mastino, su. Un mastino certificato. Un mastino anti-poveri, o un pitbull anti-furbi, dai.
Ps. Per essere chiara: io sono sicura che esista chi non paga perché non vuole pagare ma potrebbe farlo.
Il mio problema sta nel fatto che non mi piace che venga tutto ridotto a una dimensione moralistica nella quale queste persone si chiamano ‘furbi’.
È una parola che fa torto alla complessità del reale e rende più feroce l’interazione sociale.
Non dimentichiamoci che di furbi ce ne sono pure tra gli ispettori, per non parlare di chi li paga…………..
Il prossimo che si presenta alla porta non mi troverà condiscendente,gli spezzo il collo,dimostrando cosi adeguata alienazione e rabbia che indichino in modo inequivocabile il mio profondo stato di difficoltà….e poi aspetto che lo misurino,sono così bravi a misurare!