espatrio/1 Apr23

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espatrio/1


Non penso niente di buono su Matteo Renzi, né sui ‘brand’ che propaganda: giovanilismo, moderatismo, nuovismo, semplificazione, ‘rottamazione’.
Il pensiero di avere uno come lui a Palazzo Chigi mi inquieta profondamente.
Non per niente, dal Pdl fanno sapere che se lo voterebbero a occhi chiusi.

Ma questo è niente.
Leggere che l’ex An Giorgia Meloni sarebbe contenta di votare il nome di Renzi in nome di un «patto generazionale» mi sembra sufficiente a farmi una pessima opinione di quest’idea.
Non c’è niente che può accomunare una generazione, se non le idee politiche. E quando sono diverse, il fatto di avere tutti la stessa età è completamente insignificante. A meno che non si carichi il fatto di essere coevi di un senso che essere coevi non ha, se non per una generica comunanza di scenario (ben diverso, peraltro, se si è figli di una famiglia ricca o di una famiglia povera).

«Io credo che noi siamo in un tempo nel quale la nostra generazione deve dimostrare che è meglio delle precedenti», dice la Meloni.

Ecco.
La sola idea che uno possa pensare che la sua è una generazione migliore della precedente mi fa venire i brividi di nausea.
Un’affermazione del genere è conclusiva: dimostra definitivamente che la generazione della Meloni non può – per motivi intrinseci – essere migliore di nessun’altra generazione.

Ah.
Dice anche: «Noi non abbiamo il problema che hanno avuto le passate generazioni che, se stavi dall’altra parte della barricata, dovevi essere un mostro».

Male.
Molto male.
Coi ‘ragazzi di Salò’ e con chi li difende io non ho niente in comune, nemmeno se chi li difende avesse la mia età e avesse visto i miei stessi cartoni animati.
Di telefilm e cartoni possiamo anche parlare. Ma quando si tratta di politica, io a certe persone non ho niente da dire.
Coi post-fascisti non si può stare. Non politicamente.

E questa è una cosa che è piena di senso, considerando da dov’è nata, e per opera di chi, la Costituzione della Repubblica italiana.
Altro che «mostro», altro che «patto generazionale».