deirdre è speciale
Di Christine Dwyer Hickey ho letto l’ultimo romanzo, ‘The cold eye of Heaven’, e – a parte la fine – mi è piaciuto molto.
L’avevo sentita a un reading a Listowel quest’estate, e comprare il libro mi era venuto ovvio.
Meno bello – al punto che l’ho abbandonato perché, anche se la storia mi incuriosiva, non riuscivo ad appassionarmi ai personaggi – mi è invece sembrato ‘Last train from Liguria’; e ora sono al suo primo romanzo, ‘Tatty’: la storia di una ragazzina che vive in un doloroso disordine esistenziale e tenta a modo suo di rimettere ordine nel mondo, attraverso bugie, invenzioni, attraverso la chiusura delle porte d’accesso.
Non so se, alla fine, potrò dire che questo libro mi sarà piaciuto.
Per ora, so che maneggia con qualche scivolamento di troppo (per la mia sensibilità) il passaggio dalla prima alla seconda e poi alla terza persona.
Combinato alla narrazione al presente, l’effetto dello stile – immagino intenzionale – è molto straniante.
In ogni caso, le coincidenze, a volte, ti vengono a cercare.
Deirdre is a special child Holy God sent to us because he loves us so much and knows he can trust us to look after her. He picked us out of hundreds of families, and it took him ages to make up his mind because God is very fussy about who gets his special children.
La madre di Tatty e Deirdre cerca di fare ammettere Deirdre, la sua «special child», nella scuola normale.
Non c’è verso. La preside non molla di un millimetro, anche se lei si è messa il suo cappotto buono sperando di fare una buona impressione.
Per Deirdre non c’è che una scuola speciale. Perfino uno speciale scuolabus.
Quante volte ho visto questa scena, senza riuscire a capire se mio fratello era come loro o no. A me sembrava diverso da loro, ma se era con loro doveva voler dire qualcosa. Ma io ero diversa da loro e da lui, eppure la mia vita si muoveva dentro quel bus speciale.
Tatty looked at all the other children through the special-bus window.
And some of them looked like eskimos out of the Children from Around the World book and some of them looked like old people who were so tired they just wanted to sleep and sleep and a few of them were rocking themselves side to side or backwards and forwards.
One girl kept bashing her head off the seat in front. There was a piece of foam tied around her forehead. The foam had a stain of blood. And there was this other boy who couldn’t stop laughing at nothing even though it was nearly making him get sick.
Tatty walked over to the bus and touched Deirdre’s face through the window.
I’m sorry, Deedee, she said. I’m sorry I am.
Ecco la traduzione.
Deirdre è una bambina speciale che il buon Dio ci ha mandato perché lui ci ama tantissimo e sa che può star certo del fatto che ci prendiamo buona cura di lei. Ci ha prescelti fra centinaia di famiglie, e gli è servito un sacco di tempo per prendere quella decisione, perché Dio è molto meticoloso nella scelta dei destinatari dei suoi bambini speciali.
Che è poi quel che i preti dicevano a noi…
È incredibile come la semplice traduzione di quei discorsi in parole da bambina, in logiche da bambina, abbia l’effetto di rendere ridicole, patetiche e insultanti le pretese consolatorie di chi si permetteva il vergognoso lusso di giocare con la realtà, di trasformare l’angoscia inevitabile in gratitudine obbligatoria.
Tatty si mise a guardare tutti gli altri bambini attraverso i finestrini dello scuolabus speciale.
E alcuni di loro sembravano eschimesi usciti dal libro ‘Bambini da tutto il mondo’ e alcuni sembravano dei vecchi che erano così stanchi da avere solo la forza di dormire e dormire, e pparecchi si dondolavano di lato, o avanti e indietro.
Una ragazzina non faceva che sbattere la testa sul sedile davanti al suo. Aveva un pezzo di gommapiuma legato intorno alla testa. Sulla gommapiuma c’era una macchia di sangue. E c’era quest’altro ragazzino che non riusciva a smettere di ridere senza motivo, anche se le risate lo riducevano sull’orlo del vomito.
Tatty fece qualche passo verso il bus e toccò il volto di Deirdre attraverso il vetro del finestrino.
Mi dispiace, Deedee, disse. Mi dispiace, mi dispiace.
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