addio casa
Borsa piccola rovinata.
Piccola borsa vecchia.
O nuova. Non so se me la portavo dietro per uscire.
È mia, di un’altra me.
Quand’è che i miei capelli sono diventati bianchi.
Come si fa a fare una domanda. Dov’è la voce. Dove sono i pensieri.
Oggi vado via.
Oggi esco.
Poi torno, forse non torno.
Lui dice che andar via mi fa male. Fatti i cazzi tuoi, vecchio. Ti amo sempre, vecchio, ma mi fai anche schifo.
Cambio aria.
Mi sembra di no. Mi sembra di non parlare.
E se non parlo come fanno a capirmi.
Li ho presi.
Mi ero dimenticata di volerli, poi mi sono ricordata.
Due cucchiaini d’argento. Me, ricca, lista di nozze, casa, giovane, accappatoio in albergo.
Un rosario. Due. Preghiere, àvemarìapiénadigrà e poi basta.
Mio figlio piccolo mi dà la mano.
Capelli bianchi, figlio piccolo. No.
Figlio, mano. Questa stanza. Ciao, stanza. Ciao, figlio. L’altra stanza, o è la stessa. Ciao stanza, ciao la stessa. Ciao, figlio.
Aria.
Ma io non so se parlo ancora.
Foto figlio comunione.
Mano figlio stanza, ciao stanza, ciao figlio.
Mano foto figlio comunione.
Vado, figlio. Nonna a me? Io mamma. Però capelli bianchi.
Cucchiaini d’argento. Prendili.
Ecco. Se sono loro.
Buonanotte.
Chi è stato a fare quest’odore cattivo?
Certi vecchi fanno l’odore del water.
Ciao stanza, ciao figlio.
Capelli bianchi.
Comunione.
È bello, che ricci.
Lo smalto.
C’è.
Ciao, casa.
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