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che senso ha?
Non sto veramente pensando di chiudere il blog.
Però sempre più spesso mi domando che senso abbia parlare, dire.
Contro la mia stessa volontà, mi rendo conto giorno dopo giorno che coltivare speranze è ridicolo; che la speranza è proprio ciò che ci tiene fermi, perché ci illude che in un modo o nell’altro sia possibile interferire con la realtà.
E mentre siamo impegnati a pensare quale possa essere un modo costruttivo per interferire con la realtà, la realtà prende il sopravvento su di noi: i mille patetici poteri piccoli e grandi che ci tengono in ostaggio (e sono a loro volta tenuti in ostaggio da altri poteri) ridicolizzano nei fatti le nostre aspettative, e mentre ci martellano pesantemente sul cervelletto con la mazzuola cercano tuttavia di farci credere che lo fanno per il nostro bene, e che il tracciato del nostro sentiero verso la realizzazione delle nostre speranze rimanga inattaccato.
Ogni energia spesa nel tentare di cambiare ciò che non si riesce a cambiare è uno spreco di risorse e di talenti.
Ogni parola detta a chi non può capire è un’idiozia.
Quel che vedo è che la più apprezzata fra le virtù civili è il cinismo; che la più fruttuosa la viltà, e accidenti se mi fa impressione dover ricorrere a un termine come questo.
Sono completamente convinta che tutto stia per crollare.
Che i servi che si tengono buoni per paura pagheranno per primi.
Che non ci sia nessuna speranza.
L’unica cosa su cui conserviamo potere di intervento siamo noi stessi.
Si salvi chi può.
E una cosa è certa: io mi salverò.
Teniamoci stretto il senso delle famose ultime parole delle “Città invisibili” di Calvino. Molto altro non si può fare. Però almeno questo lo dobbiamo fare.
Sì, questo lo dobbiamo fare.
Si parva licet, benvenuta al club. E anche se questa botta d’allegria non era esattamente l’ideale per affrontare l’afoso pomeriggio, devo dire che l’effetto “mal comune” non dico che mi risollevi il morale ma almeno mi fa sentire meno isolato…
Sciaguratamente, faccio parte di questo dannato club da più tempo di quanto credevo di poter tollerare!
😉
Sì, i pavidi pagheranno per primi, ne sono convinto anch’io. Ma loro penseranno che sono altri a pagare, invece non sanno cosa li attende. Anch’io penso che mi salverò, Federica. Si può mettere un freno a tutto, ma non alla fantasia.
A me le cose che scrivi che piacciono e ti considero una persona intelligente. Considero anche me stesso una persona intelligente. Quando leggo le tue cose e non mi trovo d’accordo penso che in realtà ci devo comunque riflettere, perché se le hai dette tu forse devo cercare di capire dove posso arrivare ad un punto di incontro. Lo stesso mi capita con altre persone che scrivono e che reputo intelligenti. NOTA BENE: Non sto parlando di una adorazione e beatificazione sull’asse Grillo/Travaglio/Saviano, visto come il vedono in tanti. Sto parlando di leggere cose di una persona con la quale spesso ami confrontarti perché dici “Questa qui sa usare il cervello”. Ecco perché devi continuare. Non che senza di te il mondo crolli, per carità. Però una tua funzione ce l’hai. Non buttarla via, che essere utili (non essere indispensabili, soltanto UTILI) è il lusso più grande che un essere umano possa permettersi. (Dimenticavo: Prego, non c’è di che 🙂
😉
Io non so chi sei, e la generosità gratuita mi commuove sempre.
Cuore di budino!
Come Giancarlo, del quale condivido il commento, vengo spesso, anche se in silenzio e senza commentare, qui in casa Tua. Tu ti chiedi “che senso ha ?”. La mia risposta, per quel che vale, è che quello si fa e si condivide non deve avere un senso, è solo un modo, e qui rubo una bellissima immagine a Vittorio Arrigoni, di restare umani.
Non mollare. Ciao.
un po’ penso alle mani. mi vengono in mente le mani che fanno le cose e cambiano le forme. simmetriche; agganciate a leve ruotanti; visibili; segmentate; forti; in grado di fare movimenti piccolissimi; legate alle immagini ed ai pensieri, così da poter trasportare fuori quello che c’è dentro; analoghe alla pelle che sanno accarezzare; proteggono dal sole, dai colpi troppo forti, dagli oggetti lanciati; frenano le cadute, permettono gli appigli; tengono la penna, battono sulla tastiera, fanno torte, indicano la strada. E così leggo il tuo post, Federica, e ti dico: mani, diventiamo mani.
v
Siamo mani, Vittorio.
È per questo che ci possiamo occupare del nostro tatto, e non di molto altro.
C’è la relazione.
In principio era il Verbo.
“Ogni parola detta a chi non può capire è un’idiozia”. Ma una parola detta a chi può capire vale più di milioni di idiozie. E’ questo che porta avanti tutto lo spettacolo.