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la retorica della buona educazione
Richiama alla responsabilità necessaria nell’uso delle parole, Pierluigi Battista.
Come se nello stravolgimento del senso delle parole egli non avesse avuto né avesse alcun ruolo.
Per esempio, cosa vuol dire, esattamente, che «lo sforzo dev’essere comune»?
Sta forse perdendo quote di reddito, Battista?
Teme per il posto di lavoro?
E Monti? La Fornero? Passera?
Si preparano a «sacrifici»?
Ma no: intendeva solo dire che partiti e tecnici devono fare uno sforzo comune.
Tra gli altri, continuerà a esserci chi ci bombarderà di parole insignificanti, ideologiche, servili e vassalle, dall’alto della sua contiguità al potere, e coloro che dovranno fare i «sacrifici».
I quali, se per caso s’arrabbiano, vengono richiamati al dovere della sobrietà; all’imperativo di evitare l’estremismo.
Se siamo nella merda, insomma, uscirne diventa una questione di buona educazione.
Ti martellano le ossa?
Silenzio, su: ché hai una responsabilità. Non puoi strillare «ahi»,non puoi «urlare in modo sgangherato».
Io ti posso martellare. Tu devi tacere. Se non puoi dire grazie, sta’ almeno zitto. Fa’ il bravo bambino
Redistribuire lo sforzo, per continuare a non sforzarsi, a non temere di essere tra i primi ad addentare l’elemosina del capitale.
Ho provato a leggere l’articolo di Battista. Ma per me equivale a uno ‘state buoni, su, che fino ad adesso – senza che ci sia un PER ME – le cose sono andate bene’.
Senza tener conto che gli uni e gli altri stanno martellando un terzo che, in questo articolo, non ha un cazzo di voce in capitolo.
Il prossimo che mi dice che le classi sociali sono finite lo #@π@¬ßπ∂å.
Scusa se intervengo ancora, ma mi sembra che in questo articolo Battista se la prenda con Bersani, non col la gente in generale.
Bersani(e il PD in generale) che sacrifici avrebbe fatto? chi l’ha mai “martellato”?