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«i nostri compagni di classe li abbiamo sgambettati noi»
Se il nostro sta diventando un mestiere da fighetti è soprattutto colpa nostra.
I nostri compagni di classe li abbiamo sgambettati noi, accettando di lavorare per quattro soldi o anche per niente.
Perché noi possiamo permettercelo anche a trentacinque anni, ma loro non potevano permetterselo nemmeno dieci anni fa, e così hanno semplicemente scelto strade meno creative e, almeno apparentemente, meno rischiose.
Adesso forse siamo tutti ugualmente felici o infelici, ma intanto il mercato del lavoro intellettuale lo abbiamo sputtanato noi, perché siamo noi che facciamo il mercato.
E magari la figlia dell’infermiere e il figlio di quello della Piaggio potevano dare a questo mondo un contributo che noi non siamo nemmeno in grado di immaginare.
L’ho trovato su Facebook, segnalato da qualcuno che non posso nemmeno più ringraziare perché non me ne ricordo il nome, e l’ho immediatamente rilanciato dalla mia bacheca: questo di Silvia Bencivelli (che non ho il piacere di conoscere) è l’unico articolo che mi pare abbia profondità di analisi e lucidità di visione sulla cosiddetta “questione generazionale”, nei suoi legami con il precariato, soprattutto intellettuale.
Per leggerlo tutto – cosa che consiglio vivamente – cliccate qui.
L’ho trovato anche io molto interessante.