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passione
Per motivi sconosciuti, mi capita di pensare spesso, ultimamente, alla «passione».
Sento che da dentro bussa una storia, qualcosa da raccontare; e sento che questa storia ha a che vedere con la passione.
La passione è una cosa diversa per ciascuna delle persone con cui mi capita di parlarne. Un amico mi ha ricordato che esiste anche la «passione civile» (sostenendo amabilmente e affettuosamente che potrebbe bloccare la mia «vera» passione), e a me venuto in mente che una persona ha detto che la lingua in cui è scritto il mio saggio è «eccitante»; e un’altra ha detto che è «sexy».
Probabilmente le vie della passione sono infinite.
Passione è uno sguardo sul mondo, è un modo di mangiarlo, credo. Non necessariamente vorace. Però è uno sguardo che vede annusa gusta ascolta tocca e connette.
La passione non conosce la vergogna, perché sa che è diversa dalla maleducazione. È sensi e senso; vigilanza sul mondo senza pretesa di controllo. Apertura di diaframma e raggio laser.
È fedeltà a sé, ingresso in una dimensione nella quale ti ascolti, ti senti, ti legittimi.
La passione è anche quella di nostro Signore, la passione è anche patimento, sofferenza, dolore, tormento; passione sono anche i sentimenti violenti, incontenibili, anche quelli di avversione, anche quelli che ci portano a distruggere e violare. Tutto questo, e molto di più. Non sviliamo le parole dando loro un significato a senso unico, quello che più ci aggrada. Non dimentichiamoci che cosa significa ciò che ci esce dalla penna.