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scusi, mi dà un etto e mezzo di notizia?
Leggo qui che Saviano ha querelato un blogger casertano settantenne che – sostiene Giornalettismo emettendo già la sentenza che Saviano chiede al giudice di emettere – «perde molto del suo tempo a diffamarlo via web», ma per sbaglio la notifica è stata trasmessa a un omonimo lombardo che fa l’impiegato.
Mi metto dunque alla ricerca del pezzo, per capire meglio.
Ma fin dapprincipio mi viene un dubbio: il Corriere dice – un capolavoro! Accidenti che capolavoro! – che quel blogger «avrebbe utilizzato frasi ritenute diffamanti e offensive dallo scrittore di «Gomorra».
Allora: le frasi esistono o no?
Il blogger le «avrebbe» utilizzate, vedo.
Ma cosa vuol dire?
Forse ha scritto forse non ha scritto?
Immaginando che le – sì – deve averle scritte, e che l’incertezza espressa dal condizionale sia un rafforzativo con il quale l’autore dell’articolo del Corriere intende prendere doppia distanza dal potenziale diffamatorio del pezzo del blogger, mi metto dunque alla ricerca su Google.
Di quel pezzo che conterrebbe le frasi ritenute diffamatorie che forse chissà avrebbe magari scritto il presunto sedicente blogger non trovo un accidenti.
Mi domando: perché?
Perché nessuno si prende la briga di dire almeno su quale argomento – se non proprio su quali presunte frasi (visto che a rigore, riportandole, si rischia di essere denunciati per lo stesso reato di diffamazione per cui è stato denunciato il fantomatico blogger settantenne che «avrebbe» scritto le frasi) – Saviano si è sentito diffamato?
Ho trovato solo questo blog. Se sono quelle che leggo linkate dal blog di Cilardo, le frasi – vere o no – mi sembrano in effetti molto poco continenti.
Comunque. Mi è venuto un pensiero.
Perché la notizia è diventata l’errore di notifica e non «Saviano querela un blogger che ha scritto che l’autore di “Gomorra” è [ipotesi] questo questo e questo»?
Negligenza? Paura? Sciatteria? Decisione che la notizia è l’impiegato e basta così?
Non so rispondere.
Così come non so rispondere a un’altra domanda: se il pezzo dice che l’impiegato ha subito chiamato l’avvocato di Saviano per dirgli dell’errore, perché il titolo interno del Corriere.it è «in aula ci finisce un altro»?
Siamo già alla fase dibattimentale?
Le indagini preliminari non hanno accertato lo scambio di identità (e il gip ha rinviato a giudizio la persona sbagliata), che ora si trova «in aula»?
Per il reato di diffamazione non si passa attraverso il GIP, non esiste nessuna udienza preliminare, si viene citati direttamente a giudizio dal PM alla prima udienza di primo grado, che può essere davanti al Giudice di Pace in caso di diffamazione semplice o al Tribunale ordinario in caso di diffamazione aggravata.
Grazie per la precisazione, Valerio.
Non è detto che si vada sempre direttamente a dibattimento con il giudice di pace e con il tribunale monocratico.
Quando la diffamazione avviene a mezzo della stampa, il pm può optare per il giudizio immediato se ritiene di avere fin da subito le prove necessarie; diversamente, può chiedere il rinvio a giudizio.
Se poi viene avvisato del fatto che all’esito della sua querela è stato emesso dl pm una richiesta di archiviazione, il querelante ha dieci giorni di tempo per presentare opposizione alla richiesta di archiviazione e discutere la sua querela in udienza preliminare.