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i divini otelma (non ci posso credere)
Non sono un’esperta, ma un dubbio ce l’ho, e pure bello grosso.
Il Consiglio superiore di sanità ha dato il via libera – così dice Repubblica qui, ma non è chiaro in cosa consista questo «via libera», visto che ora dovrà pronunciarsi l’Aifa – alla pillola che ha un effetto contraccettivo, impedendo la fecondazione dell’ovocita, entro 120 ore dal rapporto.
Attenti, però, dice: il farmaco può essere prescritto solo dopo che sia stato effettuato un test di gravidanza che abbia dato esito negativo.
Bene.
Ma questo significa una cosa che fatico perfino a ritenere possibile: significa che i componenti del Consiglio superiore di sanità non sanno – o fingono di non sapere a fini strategici? – che a cinque giorni dal rapporto nemmeno il divino Otelma riesce a trovare un mezzo per capire se la fecondazione è avvenuta oppure no.
Se fosse possibile avere una diagnosi così precoce della gravidanza, non dovremmo nemmeno aspettare il ritardo delle mestruazioni: basterebbe andare a fare un test di gravidanza 120 ore dopo il rapporto che potrebbe essere stato fecondante, e tutto sarebbe chiarito nel più breve tempo possibile.
Peccato che i livelli di progesterone non facciano registrare un picco così sensibile e repentino già dopo poche ore dal rapporto…
In genere, perché un test di gravidanza abbia un minimo di attendibilità, si consiglia di attendere almeno il giorno in cui le mestruazioni sono attese.
Il Consiglio superiore di sanità, invece, ha fede nell’occhio bionico e pensa che già dopo 120 ore si possa sapere una donna sia gravida oppure no. Se anche la fecondazione fosse avvenuta, non per questo il progesterone aumenterebbe a livelli tali da poter essere riconosciuti strumentalmente, perché quel che conta è che l’embrione – ovocita più spermatozoo – si sia attaccato alla parete uterina della donna.
È da quel momento che comincia una gravidanza.
Non da prima.
Sensazionale, e completamente priva di senso, una delle frasi dell’articolo:
Il farmaco deve essere preso il prima possibile perché il suo effetto anti-progesterone abbia effetto inibendo temporaneamente i meccanismi dell’ovulazione. Dunque, è efficace solo se non è ancora avvenuta la fecondazione.
Sono senza parole.
Ma lo sa, la persona che ha scritto il pezzo, che l’ovulazione è il processo fisiologico che, ad avvenuta maturazione del follicolo, libera l’ovocita nell’ovaio e lo fa scendere nella tuba, dove può avvenire l’incontro con gli spermatozoi?
Di quale benedetta ovulazione dovrebbe inibire i meccanismi, questa benedetta pillola?
Dell’ovulazione che è già avvenuta almeno un paio di settimane prima del rapporto che si immagina fecondante, o dell’ovulazione del ciclo successivo (che dunque non ha niente a che vedere con l’ipotetica gravidanza che si vorrebbe evitare)?
Ma un minimo di consapevolezza di quel che accade nel corpo di una donna che abbia ancora le sue ovaie, le sue tube e il suo utero e non sia ancora in menopausa, questa persona che ha scritto ce l’ha oppure no?
Federica, non vorrei dire una sciocchezza, ma a rigor di logica il test riguarda una eventuale gravidanza pregressa.
Effetto Pauli, ma se si intende riferirsi a una gravidanza che risale al ciclo metruale precedente, allora perché nessuno chiede un test di gravidanza negativo prima di rilasciare la prescrizione della cosiddetta pillola del giorno dopo?
È un’incongruenza, no?