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narciso e il calore
Sto andando verso l’aeroporto in autobus.
Ci sono cose, nella vita, che stancano moltissimo ma rilasciano energia.
Questi giorni qui a Dublino sono stati così.
Begli incontri, pensieri proiettati nel futuro, speranze.
Non quel cinismo a cui sono abituata, quello del «non riuscirai a cambiare mai niente»; e nemmeno quell’idiota convinzione che «se stiamo uniti cambieremo le cose».
Ho parlato con persone che fanno progetti, non hanno paura di essere ambiziose, non temono che il dio del potere, o il dio nemico della felicità, li colpisca al cuore con una freccia avvelenata se solo immaginano qual è la strada percorrendo la quale passo dopo passo possono arrivare a raggiungere un obiettivo per il quale hanno duramente lavorato.
Camminano, e non coprono le loro tracce.
Magari sono stata fortunata; ho incontrato persone speciali, e le altre sono ciniche o stupide. Può essere. Però a volte ci vuole anche un po’ di fortuna negli incontri, no?
A volte incontri persone distruttive, che sembra possano darti calore, orizzonti, viste, e invece sono solo alle prese con una nuova avventura rinchiusa nei confini della loro autoreferenzialità o del loro narcisismo.
Sono tremendi, questi incontri.
Ti affascinano, perché i narcisisti son sempre affascinanti, ma non ti vedono. Non ci sei, se non per quel che è utile alla loro immagine. Non ti vogliono vedere perché servi loro solo come specchio in cui rendersi conto dell’effetto che fanno.
A volte, invece, trovi persone calde. Gentili, generose. Mica eroi, eh, per carità. Ma com’è bello sentire che intorno a certe persone circola una nuvoletta bianca di – oddio, non vorrei sembrare new age – positività.
Grazie, Catherine (e non solo a te).
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