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tre donne perbene, molte permale e un nano
Giuro che io non la capisco, questa cosa che siccome il collegio giudicante – ma lo giudicheranno davvero? – di Berlusconi è composto, per estrazione, da tre donne, ora tutti son qui a dire che s’è consumato un delizioso contrappasso.
Come se essere donne potesse dar luogo a una e una sola decisione, assunta peraltro preventivamente, prima che le carte si siano viste, i testimoni abbiano parlato.
In senso tecnico, un conto è il giudizio di un’opinione pubblica (ah, qui si apre il mare!), e un altro quello dei giudici.
Né l’uno né l’altro si basano sulla verità dei fatti, ma su quel particolare tipo di verità la cui lettura viene loro messa a disposizione in rapporto alla natura degli strumenti di cui sono ammessi a servirsi.
Ma al di là di questo.
Possibile che tre donne non possano essere in disaccordo fra loro?
Poiché son donne son tutte fieramente compatte?
Qui c’è l’eco della manifestazione, secondo me. L’idea che le donne sono un unico corpo sociale politicamente e direi perfino eticamente omogeneo (a parte le zoccole, s’intende).
Una sorta di allucinazione da democrazia della paletta.
Può ben darsi che le tre giudici lo condanneranno – se mai il procedimento arriverà a sentenza, eh – e magari pure con motivazioni cariche di indignazione.
Ma siamo sicure che lo condanneranno perché sono donne?
Di più: ci piacerebbe che lo condannassero perché sono donne?
Francamente a me piacerebbe che lo condannassero per l’evidenza dei fatti, punto e basta. Ogni altro commento è superfluo e addirittura dannoso. La “maggiore sensibilità” nell’affrotnare certe tematiche non sarebbe altro che un boomerang – dove sta l’imparzialita’?
Quand’è che si potrà finalmente dire che NON CONTA essere di un sesso oppure di un’altro per svolgere un lavoro?
In questi giorni, un po’ per paradosso, pensavo ad una manifestazione del 13 che avessse avuto per tema gli uomini e non le donne. Mi chiedevo se ci sarebbero stati un milione di uomini in piazza per dire che questi modelli maschili e rappresentazioni dei rapporti uomo-donna non ci appartengono – nel caso non ci appartengano. mi chiedevo come sarebbero suonati gli interventi dei vari oratori maschi. Mi chiedevo anche se una manifestazione del genere sarebbe stata possibile, o se invece sarebbe naufragata tra sorrisetti d’intesa e/o di compatimento.
Se fosse accaduto questo, però, nessuno avrebbe detto che un collegio giudicante formato da tre uomini era un contrappasso, mi sa.
Ma non e’ accaduto! Quindi, mi viene da pensare che si’, in quel mondo virtuale quei giudici, per contrappasso, avrebbero cercato di restituire “dignita'” agli uomini, non alle donne.
(A parte il fatto che, come te, sono lontano mille miglia dall’idea che i giudici siano li’ per restituire “dignita'” varie o per farsi strumenti di vendetta sociale! Ma hai ragione, e’ indicativo che tutti abbiano parlato di “contrappasso”, o -anche in maniera divertente- di “toghe rosa”…)