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out of the blue(s)
Tornata.
Niente lacrimuccia sulla scaletta dell’aereo: giovedì riparto, e se le gravi turbolenze sindacali dell’Aer Lingus non ostacoleranno la partenza del mio volo, sabato sarò di nuovo qui, e la settimana dopo si ricomincia.
Nel frattempo, devo inventarmi quattro o cinquecento parole che descrivano il senso di un luogo, e decidere se sono abbastanza forte emotivamente (e se ho abbastanza energia da capire quali mezzi di trasporto, il venerdì sera, ancora collegano il centro di Dublino con Dun Laoghaire, se la Dart o i bus, e con quali intervalli di tempo) da andare a vedere al Pavilion Theatre di Dun Laoghaire lo spettacolo di Des Bishop.
I Clannad non sono mai stati il mio gruppo preferito, però hanno attraversato con talento e coraggio la terra fra tradizione, pop, rock e new age. Mi piace molto l’idea che tutta una famiglia – due sorelle, perché nel 1979 (mi pare) anche Enya entrò nella band, due fratelli e due zii – studi musica e canto, componga canzoni, e vada suonando in giro.
Mi piacerebbe conoscerli e parlare un po’ con loro.
Il pomeriggio del giorno del concerto ho preso la Luas, la metropolitana di superficie.
A una fermata, il treno stava già ripartendo quando il conducente ha frenato di colpo, piuttosto violentemente.
Mi son girata per capire.
C’erano due persone che stavano correndo verso i vagoni.
Il treno successivo sarebbe passato di lì a pochi minuti, però il conducente s’è fermato lo stesso per far salire le due persone.
Questo misto di assenza di fretta, generosità irriflessa e integrazione automatica dell’altro nella sfera della propria responsabilità mi mette sempre di buon umore.
Autisti di bus che fanno cose del genere, qui, non ne vedo.
La prima volta che Giovanni ha preso l’autobus da solo, una sera, l’ho accompagnato alla fermata e ho chiesto al conducente la cortesia di avvertirlo quando fossero arrivati alla fermata che a Giovanni interessava.
Il conducente ha detto sì, ma – non sapendo che mio figlio e io saremmo rimasti al telefono per tutta la durata della corsa (e se anche l’avesse saputo…) – alla fine non ha detto proprio un accidenti.
Sono decisamente in un mood malinconico.
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