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il valore della conoscenza
Si legge che alcune delle ragazze che hanno incontrato Berlusconi dicano «oh, lui non mi ha dato soldi per il sesso! Mi ha solo aiutato con un lavoro (per un parente, per una visita medica, per una casa, in una situazione difficile…)».
Non è che ci sia questa grande differenza fra denaro in carne e ossa e vantaggi di questo genere.
Però, che razza di Paese ne esce, eh: diritti non ce ne sono, e se conosci quello giusto, tappeti rossi dappertutto. Sennò, tanti cari auguri.
ecco vedi lui è uno di buon cuore e tutti a fraintendere 😉
una cosa mi sfugge però se vado io a chiedergli un aiutino me li sgancia cinquemila euro? No perché statisticamente stiamo parlando del 100% di stra gnokke. Possibile che non una cozza? Non parliamo di maschi…
@ Eleas: Si fa presto a dire gnokke, dipende veramente dai gusti e a me il genere rifatto e magari strafatto non m’attira proprio.
@ Federica: io come frase finale avrei usato: “sennò, una beata m….ia! (cit.)
Dimenticavo, A. Gilioli sul suo blog ha fatto un post molto duro, praticamente un pugno nello stomaco (è per questo che non lo linko ma chi vuole lo va a cercare), sul valore della conoscenza.
Andrea, sono una tipa di classe, io. Tzè.
Quanto al post di Gilioli (che poi è di Malvino, e Gilioli ci è arrivato tramite Metilparaben): ha senso ed è tragicamente efficace.
Ma non sono sicura che esista una relazione fra il fermo e la morte (l’omicidio?) di Cucchi e il fermo della ragazza Ruby.
Purtroppo, in questura, in carcere, nelle caserme dei carabinieri, di persone ne son morte altre. Purtroppo, dalla questura, dal carcere e dalle caserme dei carabinieri sono stati immeritatamente «estratti» (e non sto dicendo che Ruby meritasse di rimanere in cella; io non so se lo meritava o no) molti figuri ben loschi.
Fa molta rabbia che ci sia chi crede che Berlusconi abbia inteso effettivamente essere disinteressatamente d’aiuto alle giovani in difficoltà. Fa rabbia chi ci crede, più che lui, perché di quel che è capace di dire lui io non riesco più a provare nemmeno la nausea, ho sviluppato una sorta di rivestimento gastrointestinale refrattario all’insulto.
Ed è certamente vero che questi son tempi in cui la raccomandazione di chi detiene un privilegio è l’unica possibilità di accedere a ciò che un tempo di sarebbe forse chiamato diritto.
È vero anche che la violenza contro l’inerme è segno di questo tempo (ma non solo, temo).
Però io ho la sensazione che l’accostamento Ruby-Cucchi sia inutilmente violento e arbitrario; che miri a sollecitare – in buona fede, ma che differenza fa – un soprassalto di indignazione per mobilitare il quale, chiedo scusa, io non ho bisogno né di fare il paragone fra la ragazza e Cucchi, né di farmi venire il ribrezzo al pensiero delle laide serate di cui si racconta.
Mi indigna Berlusconi in se stesso. Mi indigna la sua politica. Mi indigna che abbia introdotto nel terreno della legittimazione, in forza di non so (e non voglio sapere) quali meccanismi di fidelizzazione, il violento razzismo della Lega. Mi indigna lo sdoganamento (chiedo scusa per la parola) del più vieto e retrivo estremodestrismo.
No.
Non mi serve Ruby.
Non mi serve Fede.
Non mi serve la D’Addario.
Non mi serve Veronica che fa la stupefatta.
Non mi serve Cucchi, ragazzo morto da solo come un cane nelle mani di chi doveva garantire la sua vita.
Non mi serve nient’altro che Berlusconi per aver ribrezzo di Berlusconi.
Concordo con te che Berlusconi per se sia già sufficente per generare ribrezzo.
anch’io concordo con te federica. In pieno. Ma altrettanto mi disturba il fatto di sembrare apparentemente indifferente agli occhi del mondo.
Vorrei che il disprezzo fosse manifesto, vorrei prendere le distanze da chi approva tali comportamenti, vorrei che tutti gli noi italiani offesi da lui, esponessimo alle finestre delle nostre case delle bandiere bianche con scritto “berlusconi dimettiti”, che ci costituissimo in comitati accusando il pdc di danni morali (non so se giuridicamente sia possibile), insomma che manifestassimo il nostro -no, non ci sto– . l.
sentite questa: poco fa ho parlato con mio figlio, 28 anni, mi ha detto di aver rinunciato al viaggio all’estero che lui e la sua ragazza stavano programmando perchè si vergognano di mostrare il passaporto italiano.
–Siamo imbarazzati di mostrare la nostra nazionalità– mi hanno detto.
Napolitano dove sei?
lorella