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le coperte di morfeo
Prima di posare le terga là dove esse più confortevoli si sentono a quest’ora, solo due parole per ringraziare Fabio Bussotti, che parlando dell’avvocato G. e di Due colonne è stato serio con la giusta leggerezza; Eleonora Saggioro, bellissima e bravissima attriche che ha letto alcune delle mie pagine con partecipazione e passione, fino a redermele nuove; il «signor Senzapatria» Carlo Cannella, che – benché editore dell’avvocato – ho conosciuto personalmente solo da «Pagnottelle e vino»; e a tutti coloro che erano lì, e hanno riso, sorriso e commentato.
È stato bellissimo rivedere Rebecca qui a Roma.
Non me l’aspettavo; è stata una grandissima sorpresa.
Le terga – esse, ma non solo – mi chiamano al dovere.
Rituali serali al minimo, stanotte. È già l’una e mezzo e domani c’è da viaggiare; a chiavetta Vodafone morta, per giunta.
Incrocio le dita.
Come ho letto non mi ricordo più dove, mi fiondo sotto le coperte di Morfeo.
Le sue braccia sono già impegnate.
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