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l’assemblea degli azionisti
A parte la confusione esiziale, credo, fra piano politico e piano gestionale-amministrativo (al quale viene riconosciuta una per me inaccettabile preminenza), mi domando come si arrivi anche solo a pensare che un presidente di giunta regionale, eletto direttamente, possa venire rimosso sic et simpliciter per avere «condotto al dissesto» l’ente che amministra.
Indipendentemente dal fatto che a me par difficile far risalire integralmente la responsabilità gestionale a un’unica persona, resta che questa bozza di decreto certifica il passaggio dei cittadini da corpo elettorale ad assemblea degli azionisti.
Che come epilogo della Repubblica nata dalla Resistenza, per dire, è piuttosto sconfortante; oltre che – chissà – incostituzionale.
Nulla di questo è nuovo, Federica.
Lo si è visto già nella riforma scolastica – riforma Moratti, intendo.
Il cittadino è diventato (appunto: sic et simpliciter) una sorta di azionista-affarista.
Gli altri piani sono piani inferiori.
Hai perfettamente ragione.
Questa novità di rango istituzionale – diversa dai passaggi precedenti, che indicavano univocamente una tendenza ideologica – è come se mettesse un punto fermo strutturale.