Tags
Related Posts
Share This
pare che io non sfiori il banale
L’avvocato G è una storia dove Federica Sgaggio dà libero sfogo a una scrittura uterina e cerebrale, una scrittura all’apparenza frizzante, leggera nell’accezione di facile da capire e veloce da cogliere.
(…)
La Sgaggio ha la maturità di non sfiorare il banale o meglio, di rendere un intreccio non originale di per sé (che non è necessariamente un difetto, di intrecci amorosi ormai se ne scrive da secoli) qualcosa di sfilacciato, che quasi si ribella agli stessi personaggi.
Da AgoraVox, testo completo qui.
Grazie a Barbara Gozzi.
Mi piace come lei «vede».
un po’ inquietante la “scrittura uterina e cerebrale”, ma ci fideremo della ditta a scatola chiusa 😉
Sergej, non fare così.
Testa e panza, vuol dire; testa e panza.
Leggi il librino, e poi magari ti capita di trovarti d’accordo; chissà…
Baci.
mais bien sûr, donna Federica, a ben vedere io di mio erogià d’accordo con la definizione (anzi, era quello che mi garbava nel taglio basso)
trovavo inquietante la precisione anatomica 🙂
Cacchio. Siete in due a pensarlo.
Allora me la posso rivendere, questa cosa.
Posso dire in giro: «Cioè, io c’ho ‘no stile de testa e dde panza contemporaneamente, disciamo»…
Un figurone.
(In effetti, però, sono d’accordo anch’io)
(Bella fatica che faccio, a essere d’accordo)
(Adesso basta parentesi, però).
Meno male che sei una donna non oso immaginare le recensioni della Gozzi sugli scrittori maschi.
Gli scrittori maschi non hanno con la loro parte «uterina» la stessa familiarità che hanno le scrittrici femmine, forse.
E se di loro si dicesse che hanno una scrittura uterina capirebbero che scrivono con gli organi sessuali.
Mi stai dicendo questo?
😉
Direi di si e aggiungo che non sarebbe poi un bel complimento come invece lo diventa al femminile. 🙂