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discriminare fra camera e senato?
Al di là dell’ultimo paragrafo, che non mi pare in tono col resto – indipendentemente dal fatto che io possa o non essere d’accordo – mi pare che quel che scrive oggi Zagrebelsky sulla Repubblica meriti di essere letto.
Si parla dell’idea fatta balenare da Berlusconi, quella di sciogliere solo la Camera e indire conseguentemente le elezioni solamente per la Camera, e non per il Senato, dove per lui la maggioranza c’è.
Ne estraggo un passaggio.
Ora, lo scioglimento della sola Camera che abbia espresso la sfiducia al Governo sarebbe un atto palesemente partigiano, che discrimina tra le due Camere, cioè tra le eventuali diverse maggioranze che esistano nell’una o nell’altra.
Sarebbe una sorta di abnorme sanzione costituzionale contro la Camera indocile al Governo e, all’opposto, di avallo politico della Camera docile.
Ma la docilità parlamentare non è un valore costituzionale.
In effetti, quando tra le due Camere si manifesti un così radicale conflitto politico, non si saprebbe quale delle due sciogliere. Il fatto che vi sia un Governo sostenuto dalla fiducia di una non è un motivo per sciogliere l’altra, se questa è in condizione di sostenerne uno diverso.
Cionondimeno il Presidente della Repubblica (NON quello del Consiglio, che non dovrebbe nemmeno farle balenare le idee) ha questa facoltà. Credo che a questo punto sarebbe folle sciogliere la sola camera ribelle perché porterebbe all’ingovernabilità del paese. Essendo ovviamente incerto l’esito del voto.
Credo che invece sia molto più sensato se il Presidente provi a incaricare un altro candidato premier per vedere se “per caso” non esista un’altra maggioranza alle camere… chissà cosa verrebbe fuori.
Per assurdo, comunque, sarebbe una scommessa avventuristica che potrebbe portare davvero a liberare l’Italia da Berlousconi e non solo. Ad oggi la sua vittoria alla Camera è tutt’altro che certa mentre è certo che al Senato, in caso di voto contemporaneo, nessuno dei tre poli avrebbe la maggioranza.
Comunque in un paese bellino, bellino in cui il governo sia parlamentare non sarebbe certo assurdo prevedere scioglimenti diversi per camera e senato. Proprio l’opposto del modello berlusconiano però.