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la quiche del papa (una ricetta)
Disponete in una terrina (oops: terrona, perché gli ingredienti sono molti, e siamo pur sempre a Palermo):
– il Bene;
– il Male;
– l’Empietà;
– la criminalità organizzata (andrebbe bene anche la mafia, ma è un ingrediente che viene meglio sostituire con prodotti dalle denominazioni più soft: un etto e mezzo di criminalità organizzata tagliata fina andrà benissimo);
– la disoccupazione (meglio se troverete succedanei meno dannosi al colesterolo, come per esempio la «precarietà» e l’«incertezza»);
– la speranza;
– la storia;
– la tradizione (in commercio non dovrebbe essere difficile reperire quel particolare tipo di tradizione macinata a grana grossa che si chiama «tradizione cattolica»);
– la fede (con la minuscola, grazie);
– il territorio (prodotto venduto in confezione famiglia – cattolica – negli hard discount leghisti);
– la pace;
– la rassegnazione (da smaltire, una volta che la si sarà sminuzzata con il pestacarne, nei bidoni dell’umido come si fa con i fazzoletti intrisi di lacrime o altri liquidi di tipo organico);
– le fascesocialipiùdeboli (merce da qualche anno in svendita nei parolifìci della sinistra acquistati dalla destra);
– una spruzzata di aldilà (inserire con delicatezza un dito nella propria gola, da preferirsi senza dubbio a ogni altro orifizio, per prelevarne la minima dose necessaria attingendo alle profondità della propria anima).
Con un mestolo di tipo pastorale amalgamate gli ingredienti eventualmente diluendo la miscela con la chiara di qualche uovo o anche con mezzo bicchiere d’acqua santa (la quiche ne risulterà più digeribile).
Quando la miscela avrà acquistato colore e consistenza adeguati, disponetela in una tortiera dal diametro di almeno quindici-sedici chilometri scuotendola in modo da pareggiarne la parte superiore.
Infornate nel forno che nel frattempo avrete portato alla temperatura di 180°.
Quando sarà trascorsa un’ora infilate uno stecchino nella pietanza, usando tutte le cautele necessarie a non colpirne parti vitali.
Se lo stecchino non ne uscirà macchiato di sangue o di altra sostanza umida non identificabile, estraete dal forno e lasciate raffreddare.
La quiche del papa va servita tiepida, accompagnandola con acqua benedetta.
La ricetta, di estrema semplicità, consente di aggregare gli avanzi e di tenere insieme ingredienti apparentemente incompatibili gli uni con gli altri, ottenendo un risultato di sicura presa sui vostri commensali, che per un tempo in molti casi superiore al millennio vi onoreranno, credendo alla gran parte delle cose che racconterete loro.
Sei una “cuoca” meravigliosa. Da 3 stelle Michelin la ricetta. Se apri un’osteria, mi assumi servire ai tavoli?
Ma certo!
Contaci!
😉
quando avrò smesso di ridere, applaudirò 🙂
Grazie, Sandro.
Benvenuto (o eri già passato? Non riesco a ricordarmene, scusa).
Ciao
😉
Del resto da quelle parti i “Don” che apprezzano l’alata cucina sono tanti.
I volatili, intendi?
Ciao, Gians!
Benvenuto in zona.
ho letto della Digos che fa rimuovere innocui striscioni fin dentro una libreria, che vrgogna
in occasione della visita delpapa, intendo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/04/arriva-il-papa-costituzione-sospesa/67587/
Io sono ancora ferma al vomito del “bisogna contestualizzare”, Fisichella.
Sì, pazzesco, Cesare (e congratulazioni, ancora!).
Feli, mangia un po’ di quiche e ti passa!!!
Grazie per il benvenuto, ti farò visita ancora.
…che poi alla fine, quando vai a mangiarla, un qualche pelo in bocca finisci per trovartelo….
v
Dici?
😉
un dio glabro veglia sugli animi tristi.
il nostro è arruffato e renitente al barbiere!
v