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il ritorno della schiavitù
A proposito del fatto di sentirsi fuori posto.
Di fronte alla notizia che nella regione dove vivo, il Veneto, c’è un’emergenza relativa al sovraffollamento delle carceri (pare che su questo sia la terza regione in Italia), un signore commenta su un sito web usando queste parole:
mi chiedo, ma perchè mai non fare come il modello USA e aprire i “lavori forzati”? almeno così chi è in carcere impara qualcosa, si guadagna il vitto e l’alloggio e non sta lì a non far nulla tutto il giorno…una bella industria all’interno di ogni carcere…e con i profitti ci si può pagare ampliamenti delle stesse e servizi migliori…
Io non credo – ma potrei sbagliare – che negli Stati Uniti esistano i lavori forzati.
Però questa proposta mi pare pericolosamente vicina alla legalizzazione della schiavitù in salsa aziendalista.
Siamo a questo: a «una bella industria all’interno di ogni carcere».
Da qualche parte ci dev’essere una porta con la scritta «uscita».
O almeno un muro non troppo spesso in cui scavare un buco.
Per evadere, direi.
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