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«napoli cancro morale»
Sul Giornale (quello con l’immeritata maiuscola) parla Brunetta.
Che orrore.
«Se non avessimo la Calabria, la conurbazione Napoli-Caserta, o meglio se queste zone avessero gli stessi standard del resto del Paese, l’Italia sarebbe il primo Paese in Europa»
La motivazione è spiegare quanto il federalismo sia necessario e l’intento non è tanto demonizzare il meridione e i meridionali.
Certo.
Come no.
Io dico a uno che è un bastardo, però non glielo dico per «demonizzarlo».
A Brunetta preme semmai mettere in evidenza un sistema malato ben rappresentato dalla «conurbazione» Napoli-Caserta che è «un cancro sociale e culturale. Un cancro etico, dove lo Stato non c’è, non c’è la politica, non c’è la società».
Per dare un’idea, racconta di quando si tenne il primo consiglio dei ministri del governo a Napoli, tutto dedicato all’ emergenza rifiuti in Campania.
«La città era vuota. Qualcuno agli angoli delle strade ci faceva il segno con il dito», dice alzando il medio per mostre alla platea di militanti e quadri Pdl quale fosse il messaggio dei napoletani ai ministri appena insediati».
«Gli intellettuali napoletani disquisivano se il termovalorizzatore di Acerra fosse idoneo sì o no. E stavano con la merda sopra i capelli».
«Mi ricordo il freddo morale psicologico ambientale di quella giornata. Me lo ricordo. Ed è il segno più tragico, forse più dei mucchi di spazzatura per le strade, di una società, di una cultura e di una classe dirigente se non morte, tramortite».
Da qui. Grazie a Daniela Lepore per la segnalazione.
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