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buona domenica
Francamente.
A me sembra pesantissimo assistere giorno dopo giorno alla demolizione di cose sempre diverse, di istituti sempre diversi, nella totale indolenza collettiva.
Pontificano su governi di unità nazionale, o su esecutivi tecnici, o su elezioni anticipate, ma non riescono a capire che qualunque cosa possa succedere, ora dopo ora tutto viene distrutto.
Ti distrai per venti minuti, ed ecco che hanno distrutto il contratto nazionale.
Per un’ora, e il titolo di studio non ha più valore legale.
Per un’ordinanza razzista, poi, basta la distrazione di cinque minuti.
E si sente solo il coro degli osanna.
Per ore.
Settimane.
Mesi.
A certificare la nostra sconfitta storica, epocale.
E noi qui a parlare di esecutivi tecnici, anzi no, di elezioni anticipate, anzi no, di chissà che.
Credi proprio che non ci siano speranze per impedire questa “frana” che devasta diritti faticosamente conquistati dalle precedenti generazioni?
ormai chiunque abbia meno di 30 anni non lo sa neanche cos’è un “contratto nazionale”, quindi perché dovrebbe interessargli?
Non so, Luca.
Whatsgoingon, sai perché dovrebbe interessargli?
Perché questo è anche il Paese di chi ha meno di trent’anni. Proprio lo stesso. L’identico Paese.
Ci siamo dentro tutti fino al collo.
Se a un men-che-trentenne sembra di no, beh, si sbaglia.
A meno che la questione dei diritti non gli sembri una cazzata.
sì ma chi viene assunto ormai con un contratto a tempo indeterminato? non è colpa dei men che trentenni se non sanno cos’è, è solo che ormai sono tutti interinali.
La perdita di centralità del tema del lavoro e l’ideologia aziendalista hanno prodotto questi risultati.
Nessuno dà la colpa ai men che trentenni, ci mancherebbe altro.
Solo, a me sembrerebbe sensato se i men che trentenni evitassero di pensare che siccome loro non sanno che cos’è un contratto a tempo indeterminato, allora chissenefrega se smantellano i contratti nazionali.
Tanto per sgombrare il campo da equivoci: io sono un più che quarantenne e di contratti nazionali ne ho sentito parlare un bel po’, ma bisogna prendere atto che purtroppo una quindicina di anni fa è iniziata una rivoluzione strisciante che giunge adesso al culmine, e che non è accaduta in venti minuti, neanche in un anno, e neanche nel corso di questa legislatura.
La demolizione del diritto del lavoro così come lo conoscevamo alla fine del secolo scorso, è iniziata all’incirca a metà degli anni ’90, sotto l’egida, anche, di governi di “sinistra” (il nome romano prodi dice nulla?). Non possiamo svegliarci adesso e dire che ci siamo distratti venti minuti.
Quando uccisero Massimo D’antona (in un periodo in cui una coalizione guidata dal PDS governava il paese, non Berlusconi), tutti condannammo l’attentato. E andammo in piazza a manifestare contro la violenza e il nuovo terrorismo.
Ma in fondo ci chiedemmo, ma chi cazzo è sto d’antona? e perché sti rincoglioniti dinosauri di brigatisti hanno ammazzato proprio sto qua? non sarebbe stato il caso di porsi allora delle domande?
Per quel che riguarda i men che trentenni (anzi in questo caso men che ventenni che si stanno affacciando adesso sul mondo del lavoro), come si fa a rinfacciargli il menefreghismo se siamo stati noi incapaci di difendere il loro diritto a un posto di lavoro stabile e dignitoso mentre questi poveracci erano ancora all’asilo?
se dieci, dodici anni fa, al posto di fare inutili manifestazioni per l’articolo 18, la “sinistra” avesse davvero studiato modi di svecchiare lo statuto dei lavoratori e adattarlo alla realtà senza per questo condannarci tutti a un futuro di precariato senza fine, non pensi che questi ragazzi che oggi vivono alla giornata, senza speranze di costruire un futuro stabile, oggi sarebbero ben felici di lottare per un contratto nazionale?
E se Marchionne è in grado di ricattare i lavoratori con un ultimatum camuffato da referendum, possiamo sinceramente dire che ciò è avvenuto in venti minuti?
Mon sto criticando il tuo post, anzi mi sembra che diciamo la stessa cosa, riporto le tue parole:
“E si sente solo il coro degli osanna.
Per ore.
Settimane.
Mesi.”
Ecco, io aggiungerei anni. Perché sono anni che si va avanti così e non riusciamo a capire come fare, cosa fare.
Credo che tu abbia ragione in parte.
Nel senso che sono costretta a declinare le responsabilità. Non posso, io che non ho mai fatto parte della cosca vincente, assumere responsabilità per la demolizione di ciò che è stato demolito.
Storicamente c’ero, ma non da quella parte.
E non posso prendere mazzate anche adesso, per – come dire? – responsabilità oggettiva doppo che le ho prese per tutto il tempo in cui ho cercato di dire, di fare, di combattere con le armi che avevo mentre le cose stavano accadendo.
È chiaro che non alludo a te; non sto dicendo che le mazzate le stia sferrando tu.
Dico che non è possibile leggere la realtà, come troppi fanno, con chiavi semplificate, banali, brutali: io non contratto a tempo determinati io non sapere cosa volere dire sciopero io no mutuo (neanch’io, peraltro) io no posto fisso allora io pensare cazzi tuoi se tu nella merda e anzi tu quarantenne cinquantenne sessantenne andare a fare in culo perché tu dare me niente.
Hai ragione sul fatto che niente è avvenuto in venti minuti, ragione da vendere.
Il fatto è che i processi arrivano a perfezionamento, ed è a quei momenti che mi riferisco dicendo che ti distrai un attimo, tentando di pensare che no, la tragedia non è ancora consumata, e invece ecco che l’epilogo arriva.
Quanto ai trentenni, o ai ventenni.
Massima solidarietà.
Ma cominciassero a domandarsi chi sono – politicamente, è ovvio, mica militarmente: ci mancherebbe altro – i nemici, invece di accettare pigramente la comodità interpretativa delle idiote categorie dello scontro generazionale e del giovanilismo.
Perché di sapientini che ci dicono «vecchi, andatevene affanculo» io avrei piene le scatole.
Intanto perché non sono vecchia, e poi perché ogni generazione ha dato le sue risposte. Le loro – globalmente prese, e fatte le debite eccezioni – sono quelle della democrazia della paletta.
Cioè un’idiozia esiziale.
ci mancherebbe altro, purtroppo siamo più giovani noi a quarant’anni che loro a trenta. mi chiedevo solo perché sono morti dentro. e la risposta è quella: ha fatto comodo ucciderli. poi certo il cervello ce l’hanno, si svegliassero pure.