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buon compleanno, giovanni
Undici anni fa a quest’ora mancavano pochi minuti al momento in cui mio figlio – per l’immaginazione che me ne sono sempre fatta, naturalmente non scientifica – grattò con le unghiette dei piedi e «ruppe le acque».
La sensazione di serena inevitabilità che ho provato in quel momento non l’ho riprovata mai più. Mai più, intendo, accoppiata con un sentimento di sincronia con l’universo e con una totale e incondizionata fiducia nel futuro.
Andando all’ospedale, mentre Marco strombazzava per farsi largo, pensavo che di lì a poco avrei conosciuto mio figlio e la città mi sembrava trasfigurata e illuminata da questa mia consapevolezza.
L’ultima immagine prima dell’anestesia generale – era podalico, e il cesareo era stato qualificato d’urgenza – è stata un prato verdissimo e fresco. Il vento muoveva i fili d’erba e li faceva diventare lucidi.
«Siamo nelle vostre mani», ho detto ai medici in sala parto.
E quando mi sono svegliata avevo un figlio, e Marco era diventato un padre.
auguroni a Giovanni, un caro abbraccio al tuo piccolo uomo
Grazie.
Al solito, visto che con lui si deve festeggiare all’aperto, sono MASSACRATA dalle zanzare nonostante spray e lozioni.
Auguri! ^__^
😉
È alle prese con l’iPod, regalo di compleanno.
Sta scaricando musica.
La sua prima canzone è stata quella di Shakira.
Ci siamo messi lo spinotto doppio, l’abbiamo sentita insieme in cuffia e ho cominciato a piangere come una deficiente. A scroscio, proprio.
È grande, mi ripetevo; è grande, è cresciuto.
È una cosa meravigliosa e terribile.
La seconda canzone che ha scaricato è di Lady Gaga.
M’è passata tutta la commozione.
Mio marito dice che è molto brava.
Mio marito si corregge: «Ho sentito dire che è molto brava».
Mio marito cerca di consolarsi perché nostro figlio sta diventando grande.
Beh auguri a Giovanni, circa il marito temo per lui (e per me) che la quesitone non sia tanto la crescita del figlio quanto il fatto che la propria inizia ad avere una definizione diversa.
Intendevo dire questo, ahinoi.
Ahinoi…