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pennuti del balcone (parafrasi di un cognome)
Da Style Magazine, rivistona strafica del Corriere della Sera.
Rubrica – cose da pazzi – intitolata «Appunti di storia», pagina 27.
Autore, Ernesto Galli della Loggia.
Estratti a mio piacimento.
Questa bella gioventù (…) è figlia a pieno titolo della moderna Italia democratica. È imbarazzante dirlo ma è così: è il prodotto della vacua sollecitudine pedagogica, (…), della programmatica indulgenza verso ogni trasgressione.
(…)
Questa bella gioventù che bulleggia, che insudicia con le sue scritte insulse i muri delle città (avete mai visto qualcosa di analogo all’estero?)*, che vede indistintamente maschi e femmine usare fin dalla pubertà il più osceno turpiloquio, è figlia dei «decreti delegati», della classe concepita come luogo di socializzazione (…) anziché di studio.
(…)
Sicché ogni volta che qualcuno avanza questa esigenza, come chi sta scrivendo queste righe, rischia inevitabilmente di passare per un impenitente reazionario.
Ecco. Per rassicurare Galli, non direi che «impenitente reazionario» siano le parole a cui ho pensato io.
Me ne venivano altre.
*Sì, lo abbiamo visto.
Come parafrasi a me piace anche Polli nella gabbia
ormai vivo solo per capitare su stylemagazine…magari passo per caso in un punto famoso, in un punto che valga la pena coordinarsi con le ascisse della figanza (ficanza, in alcune parti d’italia), tramutarsi in coseno di lucido, scolpire l’importanza del gesto e dell’opinione. Ci capiterò, prima o poi, oh sì, e aspetterò al varco Federica, le lancerò esche di sapere profumato di nulla che non riuscirà a resistere e come una murena si getterà sulla bontà che le avrò apparecchiato e allora le terrò le mani e la trascinerò dentro a stylemagazine e poi insieme faremo casino e sostituiremo i punti con le virgole e le parentesi con peletti di sopracciglia di redattrice. Sarà bellissimo, agiteremo i contenuti e li ungiamo di burro… e poi io personalmente uscirò ed andrò a chiedere scusa al direttore nel suo ufficio (facendo poi la pipì in un angolo dell’ascensore…)
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Ah ah ah