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il diritto veneto all’ubriachezza assassina
«In alcune zone nei mesi invernali il grappino o il bicchiere di vino è una prassi comune. L’impossibilità di andare al lavoro perché la patente viene ritirata ha creato molti problemi di tipo sociale e rovinato molte famiglie e – aggiunge – chi abita in paesi sperduti, senza patente, ha perso anche il lavoro ed è venuto meno lo stipendio per il sostentamento».
Di qui l’ideona: un emendamento al disegno di legge sul codice della strada presentato dal senatore leghista Gianpaolo Vallardi e approvato dalla commissione lavori pubblici per dare a colui al quale sia stata sospesa la patente la possibilità di avere il permesso di guidare tre ore al giorno, per andare al lavoro.
Il che è come minimo discriminante per i disoccupati.
Rendendosi conto che a fare i draconiani a volte ce la si mette nel naso da soli, ecco che i geniacci s’inventano deroghe e distinguo territoriali.
Discrezionalità, norme applicabili in modo diverso a seconda della condizione del cittadino sanzionabile…
Prima decido chi sei, vedo se sei abbastanza ariano e poi se ne parla, eh?
Che belli che sono: se un romeno causa un incidente è un ubriaco bastardo assassino.
Se un veneto provoca un frontale perché ha bevuto è perché è tanto tanto triste e sente tanto tanto freddo e allora deve bere un pochino di vino.
Poco, lo giuro.
E comuncue non lo facio più, promeso.
immagino già che tocca girare per percorsi stabiliti casa-lavoro con lettera del datore dello stesso ed un segnatempo tipo quello dei camionisti da tenere sotto il cruscotto o magari dei navigatori messi a disposizione dallo stato che memorizzano tempo e percorsi così le persone non possono sgarrare.
tre ore al giorno mi sembra una genialata incontrollabile! Vedo già orde di giovani veneti circolare in ore serali, imbastendo ai vigili poliziotti storie infiniti sulla precarietà del lavoro, sugli orari flessibili, sulle fabbriche che non chiudono mai, sul lavoro autonomo che li porta a lavorare senza tempo…
In Veneto si beve e si lavora, mica si ozaia!!
v
Cazzo, Vittorio. Come soggetto collettivo, questi leghisti sono tremendi, irragionevoli, scriteriati, incendiari, violenti…
…..ma anche padri,razionali, ubbidienti, devoti, affettuosi, premurosi, detto senza alcuna ironia. E’ che non sempre le cose ci riescono bene…nel collettivizzarci mi sa che perdiamo il meglio di noi e forse anche degli altri…
v