strasburgo, l’eterologa, i diritti e i ricorsi

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito in una sentenza che – vedi qui la fecondazione eterologa non si può impedire.

Secondo i giudici, proibire la possibilità di ricevere da terzi ovociti e sperma per la fertilizzazione in vitro è una violazione dell’articolo 8 della convenzione europea per i diritti dell’uomo.

Le associazioni italiane – leggo – stanno preparando ricorsi e ricorsi.

A me sembra una bella notizia. Una di quelle notizie che consentono di dire a se stessi che no, non siamo ancora veramente precipitati a pie’ pari nel Medioevo.
Però.
Però.
Chi ca*** glieli risarcisce, alle donne e agli uomini che se ne sono dovuti andare all’estero come fuorilegge, l’angoscia e le enormi somme di denaro che hanno dovuto spendere per coltivare la speranza a dispetto di una legge che li costringeva (e tuttora li costringe, perché la sentenza della Corte dei diritti non ha efficacia immediata nei Paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa) ad andarsene dal loro Paese di soppiatto, come per commettere un atto di cui vergognarsi?

Come suggerisce un amico giurista (Marco Dani, che ringrazio),

sarebbe interessante che la questione venisse portata di fronte alla Corte Ue (Lussemburgo) proprio in ragione dell’altro problema che sollevi, quello relativo alle spese per i trattamenti sanitari ricevuti all’estero.

A tal riguardo, la Corte di giustizia negli ultimi 10-15 anni ha elaborato una giurisprudenza basata sulla libertà di prestazione dei servizi che consente ai cittadini di uno Stato membro di ricevere cure all’estero e, a determinate condizioni, ricevere il rimborso dallo stato di origine (famoso il caso di una signora inglese recatasi in Francia per la sostituzione di un’anca dopo che le era stato prefigurato un periodo di attesa eccessivo rispetto alla sua condizione fisica).

In un caso del 2001 (Smits and Peerboms) la Corte ha anche sostenuto che il rimborso si potrebbe avere per cure non disponibili nel Paese di origine ma riconosciute dalla comune pratica medica internazionale come cure ordinarie. Il che, forse, si potrebbe appl icare alla fecondazione assistita.