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l’idolatria dell’ordine (o il nazismo visto nel ’14)
Segnalo un bellissimo pezzo uscito oggi sull’Arena a recensione del Suddito, romanzo di Heinrich Mann, fratello del più famoso Thomas, edito dalla Utet.
Il romanzo fu scritto nel 1914 e originariamente pubblicato nel 1919.
La versione integrale dell’articolo – che merita, lo giuro, e si deve a Stefano Biguzzi – è qui.
Un passaggio:
L’«eroe» del romanzo, Diederich Essling, è un piccolo borghese di provincia, ubriaco di nazionalismo e pronto a tutto pur di guadagnare i gradini più alti della scala sociale, un personaggio tragicamente grottesco che ha come unica morale il proprio tornaconto e la propria affermazione, un prepotente aggressivo e vigliacco al tempo stesso, sempre pronto ad angariare i suoi sottoposti, ma costretto a subire i colpi di chi lo sovrasta, un suddito che si annulla nella gerarchia, nell’idolatria dell’ordine, che «nel rigore e nella repressione non vede una triste necessità per passare a più umane condizioni di vita, ma il senso stesso della vita».
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