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datele un cilicio e che sia finita lì
Da “Aborto, facciamolo da noi. Una proposta di lotta per l’aborto libero e gratuito in strutture sanitarie pubbliche e un trattamento alternativo per le donne”, Napoleone editore, 1975.
L’introduzione è leggibile qui, e su questo blog ne avevo già parlato, qui, il 5 agosto dell’anno scorso.
Oggi ci propongono di regolamentare l’aborto offrendoci ipocrite casistiche – non è «lecito» né ammissibile che le donne scelgano da sé quando essere madri – dietro cui continuerà a nascondersi la realtà dell’aborto clandestino di massa e di classe.
(…)
E se l’aborto è anche una questione di coscienza non si capisce perché una commissione debba essere più responsabile e cosciente della donna che l’aborto lo vive, o debba sostituirsi alla sua morale per farsi garante di una “moralità pubblica” che invece è un preciso compromesso politico.
(…)
E se vogliono proprio regolamentare qualcosa proponiamo la regolamentazione della eiaculazione, con relativa casistica.
L’ha scritto Eugenia Roccella, la sottosegretaria più cattolica della galassia, evidentemente alle prese con una colossale opera di espiazione.
Cambiare idea è lecito, per carità.
Ma spiegare perché si cambia idea è un dovere.
Soprattutto quando dalle tue idee dipende la vita degli altri.
No: delle altre.
Tò!
ma come si fa a chiederglielo? mica per altro, è che aveva le idee davvero chiare -ma secondo te, come si sarà sentita quando davano dell’abortista assassina alla Bonino qualche settimana fa? Non vuoi che si conoscono? che hanno parlato insieme e vicine, che hanno bevuto al bar un caffè nella primavera del ’76, che si sono venute a prendere con la macchina per andare alla manifestazione…poi va beh, mica non si può cambiare idea…però dovrebbe rimanerti un senso di rispetto per l’altro, che è rispetto per te stesso quando la pensavi come lui/lei!!
il cuscino l’avrà spinto forte e tenuto fermo, finchè anche quella Roccella lì non si è mossa più?
v
Eppure si muove.
Nonostante i cuscini.