silvio riflette, tonino è un avventuriero plebeo

Non ho avuto la prontezza di scaricare la foto con cui ieri sera il Corriere.it illustrava il titolo di apertura su questo decreto legge sulle elezioni (qui il testo completo, con tutte le sue perle di contraddittorietà, per le quali rimando a questo breve post di Daniela Lepore).
Era un volto di Berlusconi in attitudine pensosa, come caricato dai mille gravami di tutte le sue pesantissime responsabilità istituzionali. Un uomo riflessivo, che pondera, riflette, bilancia.

Mi ricordo quando venne fotografato a una parata della Repubblica italiana (forse era un 2 giugno, o un 4 novembre, o un 25 aprile; mi pare proprio un 25 aprile…) mentre si grattava le palle con apparente soddisfazione.

Mi ricordo anche la foto in cui faceva le corna; quella con il medio alzato; quella in cui faceva il gesto di sparare con un mitra; quelle con il colbacco, o la fascia o un elmo da pompiere in testa. La foto di quando parla al telefonino mentre Angela Merkel lo aspetta, assimilata al rango di una servetta. Le foto di quando tiene per mano le ragazze a casa sua; di quando le fa sedere sulle sue ginocchia.

E invece, ecco che il Corriere sceglie la sua fotina pensosa proprio nel giorno in cui egli porta a compimento la massima forzatura istituzionale.
Come a dirci: «Non sta succedendo niente, non temete. Il quadro dei fatti è sereno, non turbato da effervescenze parossistiche o da scossoni eversivi. Qui c’è un uomo che riflette e ragiona».

A completare l’opera, il fondo di Massimo Franco, significativamente intitolato «Soluzione all’italiana», come se stessimo parlando di un film con Alvaro Vitali. Una cosa all’italiana è per definizione una cosa farsesca, priva di conseguenze drammatiche o serie. Una cosa all’italiana è una cosa a tarallucci e vino. Magari il vino è fatto con le bustine, sì: ma non è che nella soluzione all’italiana dentro al vino ci mettano il topicida.
È un altro modo per dire che non è successo niente.
Niente di veramente grave, perlomeno.

E adesso, un occhio all’immagine che è stata scelta per illustrare la notizia di apertura della home page del Corriere.it ora. È quella che illustra questo post.
Non ho simpatie dipietriste (e magari dirlo non è privo di significato).
In questa foto, Di Pietro è la quintessenza visiva di ciò che nessuno di noi vorrebbe accanto a sé: un uomo dall’atteggiamento eccessivo, parossistico, tribunizio, aggressivo, incontrollato, plebeo e scomposto.

Il linguaggio delle immagini ha un suo senso.
Questo si chiama fiancheggiamento.

(Grazie a Ivan Carozzi)