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i nani non sono solo sette
Di recente, una mia conoscente mi ha raccontato che poche sere prima era stata a cena fuori con un gruppo di persone.
Accanto a lei era seduto un uomo di cinquant’anni.
Chiacchierando, l’uomo le ha detto che per non rischiare di essere deriso per le sue prime possibili defaillances sessuali – e in generale per evitare implicazioni – lui cerca di non accompagnarsi a donne che ha definito «normali», ma preferisce pagare le «escort».
L’ultima – raccontava – l’aveva acquistata per tre giorni, durante i quali se l’era portata in giro (immagino pensasse di fare la sua porca figura), e ci si era carnalmente intrattenuto (scrivo come i carabinieri, mio dio!) un’unica volta.
Il tutto per 2.100 euro.
Il doppio di molti stipendi.
La mia conoscente non fa parte del bel mondo; è una ragazza normale.
Se accompagnarsi alle puttane – direi che è il caso di chiamar le cose con i loro nomi – è una pratica che ha sfondato la cerchia dei ricconi volgari e senza scrupoli ed è entrata nel mondo delle persone «normali» (sia pure con redditi alti, ma non da tycoon) cominciano a spiegarmisi molte cose.
Perché un conto è quel che una volta si definiva «andare a puttane», evento generalmente tenuto riservato e – anzi – reso effervescente ed eccitante dalla sua segretezza; altra cosa è frequentare puttane da presentare al mondo per alimentare – così si ritiene, e a questo punto immagino che così sarà – l’invidia degli sfigati.
E anche qui mi tocca dire che se i comportamenti degli uomini delle istituzioni di questo Paese hanno legittimato e continuano a legittimare i comportamenti più mercantili e meno autenticamente relazionali; se viaggiare sul macchinone in compagnia di una zoccolona fa fico; se evadere le tasse è bene perché con quel che si risparmia si comprano macchinoni e zoccolone, cioè i basics della fighezza; se un portafoglio gonfio emenda anche la propria incamuffabile e desolante natura di posteggiatore abusivo, be’, come posso stupirmi del fatto che tanta gente pensa che Berlusconi sia un dio?
Lo so che il livello dell’analisi è terra-terra. Però la legittimazione sociale dell’etica da pidocchio rifatto laido e opportunista produce anche risultati come questi…
Tale analisi “terra terra” ci fa ritrovare “la” terra”, sospesi come siamo tra il vivere qui con desideri ridotti che ci fanno sembrare la vita non vissuta e l’iperuranio della fighezza di chi invece possiede lo scettro dell’essere.
Almeno gli imperatori una volta amavano, oltre che alle zoccole da camerino nascoste pel popolino, circondarsi di philosophes.
Cosa posso dirti per essere credibile? Che probabilmente, se avessi un reddito “alto”, anch’io mi pagherei delle saltuarie escort? Non lo so, non trovandomi in tal situazione non voglio fare il moralista per il comportamento altrui. Solo essere d’accordo con te che i modelli di riferimento che fanno sembrare di essere qualcuno di fronte allo sguardo altrui sono orribilmente decaduti.
Non so se i filosofi risolvessero allora o potrebbero risolvere adesso la questione.
Non credo che esista un bilanciamento «tante stronzate uguale tante operazioni riparatorie».
In effetti l’unica cosa che volevo illuminare un po’ è la legittimazione di modelli mercantili, opportunistici, commerciali, esteriori.