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al campo giochi
Prima mamma: «Dove lo mandi, tuo figlio, l’anno prossimo?».
Seconda mamma: «In quali medie, intendi?».
Prima mamma: «Sì, dico in quali medie».
Seconda mamma: «L’ho iscritto alla scuola Pippo Pappi».
Prima mamma: «Ah, sì, ci ho mandato anche i miei».
Seconda mamma (pensiero): «O cazzo».
Seconda mamma (parole): «E come si trovano?».
Prima mamma: «Bene, è una bella scuola. Ma come mai l’hai iscritto lì e non alla scuola di quartiere?».
Seconda mamma: «Perché speravo che si liberasse di qualcuno dei suoi compagni di scuola e delle loro madri. A volte quando vado a prenderlo a scuola vorrei avere un lanciafiamme».
Prima mamma: «No, lì alla Pippo Pappi c’è gente varia, in effetti. Anche gente che viene dalla provincia».
Seconda mamma: «Sì, infatti. Siccome se ce n’è bisogno i ragazzi possono stare a scuola fino alle sette di sera, ho pensato che almeno mio figlio avrà in classe figli di lavoratori, e non figli di cagoni con otto case al mare che vivono in una realtà parallela. E siccome la Pippo Pappi è una scuola pubblica e questi servizi si pagano relativamente poco, è più facile che ci siano compagni normali».
Prima mamma: «Eh, non so. Ma soprattutto sai cosa c’è di buono alla Pippo Pappi?».
Seconda mamma (con accenno di premonizione): «No».
Prima mamma: «Che non c’è neanche un extracomunitario».
Seconda mamma: «…».
Penso che la prima mamma sia una razzista di merda.
Penso che i suoi figli sono e saranno razzisti di merda.
Penso che allevare bambini razzisti sia un atto imperdonabile.
Penso che questa gente meriterebbe di vivere in un Paese dove c’è la guerra, perché l’odio che porta dentro è tale per cui può trovare sfogo solo nelle armi.
I loro figli porteranno la guerra.
hai senz’altro ragione, pero’ sai una cosa? hanno vinto le elezioni quindi hanno il diritto di stare in un paese come lo pensano loro. sono razzisti di merda, ma sono più numerosi ed il principio della democrazia dice che sta a loro guidare il carroccio.
comincio a pensare che stia bene che abbiano le loro scuole senza negri. non potranno mai capire quanto fico è stare in una società multietnica, quanto ti apre la mente e quanto di più ti fa assaporare la vita. ma questo è un problema loro. anzi, mi dispiace proprio che non lo capiranno mai. moriranno senza averlo saputo e la loro vita sarà stata più povera. per quanto mi riguarda posso sempre decidere di andare a stare in un paese che mi assomiglia di più, ma già in questo paese, fra le persone con cui condivido l’esistenza, nel mio piccolo universo le cose funzionano diversamente, e i miei figli non si sono mai chiesti da dove vengono i loro amici, sanno solo che Chang è un mito sulla bmx, Ismail è un mostro con la chitarra elettrica e a casa di Iqra si mangia un pollo al curry che ti fa accapponare la pelle. gli altri- veramente – si fottano
si stanno creando le condizioni per le rivolte, come nel sud di Londra negli anni ’80
http://tinyurl.com/yaknpcc
Penso a Milano, per esempio, e a provvedimenti che sono molto simili a quelli di Margaret Thatcher:
http://tinyurl.com/yd6zo72
Sì.
Lo Stato di polizia… tributaria, direbbe Berlusconi.