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what a wonderful world
Ieri a pranzo mia madre raccontava che non ricorda un solo inverno della sua infanzia senza la neve.
«Andavamo a scuola coi piedini immersi nella neve. Ci arrivava quasi fino alle ginocchia. E la mattina, per riuscire a uscire di casa, bisognava togliere la neve dalla scala esterna».
Ce n’era tanta?, le ho domandato.
«Caspita», ha risposto lei. «Ce n’era sempre tanta, quando nevicava, però noi bambini eravamo tutti contenti perché a scuola potevamo fare a palle di neve. Mica le chiudevano, le scuole, per la neve».
Eh sì.
Un’altra vita.
Adesso ci sono le macchine, e ti sposti, e vai a scuola o al lavoro o a fare la spesa a distanze che una volta erano proibitive.
Metti le chiavi nel quadro e tutto sembra a portata di mano.
E invece, quando nevica la macchina ti blocca.
È per colpa delle macchine se quando nevica chiudono le scuole.
Nessuno potrebbe accompagnare i figli in macchina, e le scuole non son più a distanza di piedi.
Siam fermi per colpa delle macchine. Che peraltro quando vanno affumicano l’aria.
Mi è sembrata l’ennesima prova del fatto che vivo in un mondo e in un tempo illogico e sprecone, fatto a misura del denaro.
D’altra parte anche i bipedi son fatti a misura del denaro.
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