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l’anonimo rampollo, mills e il gigante verdini
Pillole estemporanee.
Leggo qui che una rissa ha coinvolto un tale che viene identificato con nome e cognome – imprenditore, ma rampollo, sembra, di nessuna famiglia – e tre ragazzi, fra i quali (ed ecco scattare i condizionali giornalistici) «il più giovane sarebbe il figlio di un noto industriale italiano».
Non mi è chiaro perché non ci sia il cognome.
Deferenza?
Telefonatina?
Onore, nel frattempo, a Repubblica, che fa nome e cognome, parlando di un nipote di Clara Agnelli.
Verdini, il coordinatore del partito berlusconiano (il quale Verdini c’ha già di suo certi cavoletti puntuti tra cui destreggiarsi), commenta così la sentenza con la quale la Corte di cassazione ha annullato la condanna per Mills perché il reato, pur consumato, è caduto in prescrizione: «Solo la protervia dei giudici milanesi, che colpendo Mills intendevano colpire Berlusconi, ha fatto sì che il processo contro l’avvocato inglese venisse trascinato per mesi attraverso continui strattonamenti al codice. È questo il prezzo che si deve pagare, anche a danno del contribuente, per l’incredibile persecuzione giudiziaria di cui è fatto oggetto il presidente del Consiglio».
Cose da pazzi: il processo è stato rallentato dalle leggi del governo Berlusconi (e della maggioranza, ma lo dico solo per fingere che il Parlamento abbia un senso perfino in quest’era) e Verdini dice che i giudici milanesi, con la loro protervia, hanno trascinato per mesi il processo contro Mills.
Il ribaltamento della realtà è sconcertante.
A volte io penso che loro ci credano davvero, e che siano caduti vittima di un sortilegio a metà fra il magico e lo psichiatrico.
Quasi quasi è meglio pensare che non credano a una sola parola di quel che dicono.
Cara FEDERICA, torno a commentare un tuo post dopo qualche mese di assenza (per mancanza di tempo, non di argomentazioni) perchè proprio non mi va giù questa protervia e questa insolenza dei parlamentari del PdL, campioni riconosciuti del ribaltamento della realtà. Questi loschi figuri riescono a mistificare le cose con la loro assurda paccottiglia di frasi fatte, stereotipate, sdoganate dal Principe della Menzogna per far credere a quei poveri italiani (che ancora indefessamente continuano masochisticamente a votarlo) che la colpa di tutto è sempre dei comunisti, delle toghe rosse, dei giornali-partito e chi più ne ha più ne metta. Hai ragione tu, quelli come Verdini, Capezzone, Gasparri, Bonaiuti e compagnia bella sono casi psichiatrici oramai acclarati, degni di far parte di un ipotetico museo dell’orrore (politico e umano) il cui riconosciuto custode non può che essere il Pifferaio di Arcore. Stando ai sondaggi nemmeno il terremoto delle recenti inchieste hanno scalfito la convinzione dei berlusconiani nella bontà delle azioni del loro amato presidente. Francamente non so cos’altro debba accadere per convincere questi miscredenti italioti che dobbiamo assolutamente liberarci di Silvio (e della sua corte dei miracoli) per tornare ad essere cittadini orgogliosi di un Paese libero, giusto e finalmente democratico. Spero che non sia necessario attendere la maggiore età di tuo figlio Giovanni. Un affettuoso saluto.
Bentornato, Nomadus!
In realtà io non so se Verdini sia caduto vittima di un sortilegio pischiatrico; però, veramente, preferirei pensare che non creda a niente di quel che dice.
Sarebbe infinitamente preferibile.
Se vuoi la mia opinione, la maggiore età di Giovanni arriverà ben prima che l’Italia «guarisca» dall’infinità di sindromi con cui l’hanno contagiata Berlusconi e il suo entourage.