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fini, craxi, il mariuolo e il birbantello
Me lo domando da giorni, da quando l’ha detto: ma che senso ha, per Fini, dire che ora chi ruba ruba per sé e non, come invece accadeva prima del 1992, per il partito?
Non mi sfugge che le sue parole puntano a difendere il partito che anch’egli ha fondato insieme al bipede sintetico, ma non mi scappa nemmeno l’assonanza con la riduttiva qualifica di «mariuolo» che Bettino Craxi rivolse a Mario Chiesa, inizio della cascata torrenziale che condusse alla polverizzazione dei partiti post-bellici.
Oggi Ceccarelli mette in relazione il «mariuolo» con i «birbantelli» di Berlusconi; eppure, secondo me, la relazione politica non è fra l’aggettivo di Craxi e quello, da colonia estiva di mocciosi della piccola borghesia anni Cinquanta, usato da Berlusconi; ma fra la lettura dei fatti che Fini articola, ancorché in modo apparentemente tranchant e superficiale, e quella che a suo tempo ne diede Craxi.
E se Fini mi si sovrappone improvvisamente a Craxi, dopo un percorso di costruzione coerente e lineare di un’identità di destra alternativa al lezzo berlusconiano, io smetto di capire cosa sta succedendo nella politica – se così posso chiamarla – di adesso.
Vedremo se gli serve solo a dire che gli ex forzisti che rubano rubano per sé e non per il partito dal nome assurdo nel quale adesso anche gli ex An sono confluiti.
Vedremo se elettoralmente avrà un suo perché.
Bah.
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