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razzisti e assassini
Non riesco a capire come ci si possa autoassolvere e dormire di notte se si è responsabili – avendo sottoscritto gli accordi per ciò che il nostro polito razzismo ci obbliga a chiamare «respingimenti» – di quel che si vede qui, nel video dell’Espresso che mostra i cadaveri di uomini e donne che pensavano di poter avere accesso al mondo.
Vite, storie e corpi accartocciati.
Soli, lontani.
Niente mani di madri ad accarezzarli. Solo un debole vento che dà vita ai loro vestiti. Solo la sabbia che li ha prosciugati.
Bloccati, a guardare senza vedere.
Non credo che dio esista, ma oggi mi piacerebbe credere in un dio di vendetta.
mi stendo qui, un attimo solo, poi mi sposto. la sabbia diventa più fresca, è sera adesso, è proprio il caso che mi sposti. chissà se piove, a casa, mi piace la pioggia, mi ricordo quando è piovuto così tanto che abbiamo fatto il bagno nelle pozzanghere per due settimane ed avevamo piantato le lenticchie nella stoffa, a scuola.Però adesso dai, mi sposto e vado dagli altri. ho anche la camicia a righe, quella buona, e mi si scolorirà, sole e umidità, perderò tutte le righe e sembrerò un pezzente, quando sarò di nuovo a casa. stavolta è andata così, ma la prossima volta andrà meglio. si diceva così anche dopo le partite di calcio che perdevamo e l’allenatore ci sgridava ed io sentivo pulsare le tempie per la fatica, però non mi importava la fatica, ma quello che mi diceva l’allenatore sì, accidenti. Dai dai, mi sposto, mi alzo e mi muovo, che così non fa. mi formicolano le gambe, diceva nonna che sono i folletti, ma io non ci credo. un giorno potrò andare anche su internet e potrò spiegare a mia nonna tutta la verità sulle cose e tanto lei non ci crederà e rideremo insieme. è freddo. pensavo sarebbe andata in un altro modo, ieri avevo più paura ma adesso credo che passata la notte sicuramente troveremo qualche camion e torniamo a casa. però bisogna davvero che adesso mi
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