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san silvio dice le bugie, e così sia
«A decidere sulle leggi che fa il Parlamento e sul governo sono coloro che non hanno avuto legittimazione popolare, ma che fanno parte soltanto di un ordine dello Stato a cui sono arrivati per pubblico concorso».
Va bene che, adesso che un furbone (da dieci anni, viene detto, in cura per problemi psichiatrici) l’ha colpito, Berlusconi è sulla via della santità senza neanche passare da padre Pio; ma dicendo questo, quell’anziano signore commette due errori.
In primo luogo, sostenendo che i magistrati hanno un deficit di legittimazione perché hanno solo superato un concorso, nega la ripartizione dei poteri e ne fa discendere la legittimazione da ciò che chiama popolo, senza minimamente preoccuparsi, per esempio, di quali siano le effettive possibilità che i cittadini abbiano di eleggere propri rappresentanti anziché propri delegati.
In secondo luogo, dice una pura e cristallina bugia: cioè che i giudici giudicano sul governo.
In realtà, sul governo in sé i giudici non hanno – com’è ovvio e sacrosanto – la benché minima autorità.
Eventualmente ce l’hanno sui reati commessi dai membri del governo.
Ed è questo, ovviamente, ciò che lui non vuole.
Comunque, adesso siamo a posto: lui è vittima di una campagna di odio a dispetto della sua fortissima legittimazione popolare (Capezzone), questo Paese è tornato al cilma degli anni Settanta (Lupi), il povero Silvio è finito vittima del terrorismo (Bossi), «quanto è accaduto stasera è la dimostrazione del clima di intolleranza e di odio che un certo modo di fare opposizione ha innescato nel Paese».
Sempre sia lodato.
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