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meraviglie del creato
Piero mi segnala questo sito che si chiama «Da Uomo», ipotizzando che possa scatenarmi affezioni gastrointestinali.
Cionondimeno, lo ringrazio ugualmente: in fondo, è domenica e siamo vicini al Natale.
Bene.
Leggiamo.
Il responsabile del sito (notare l’uso della punteggiatura) dice che
«Da uomo nasce per essere una rivista per soli uomini. (…)
Essendo una community, per soli uomini, preferiremmo evitare che individui gay, omosessuali, partecipassero alla vita della nostra rivista, perchè molto probabilmente non sarebbero in grado di comprendere il senso di ciò che viene presentato quotidianamente sul nostro sito.
Un’immagine in alto a a destra sulla homepage del sito informa, come si vede nella foto che illustra questo post, che «i gay non sono ammessi».
Se fate una ricerca su Google, troverete molte reazioni.
mmmmm questa è brutta forte, sa tanto di aparteid e a me l’aparteid non piace affatto. Che siano gay, negri ebrei o meridionali.
Sì perché ci siamo scordati (la memoria italica è più volatile della cache di un computer) che fino a 25-30 anni fa i meridionali erano trattati come gli immigrati.
Io no, perché a scuola mi chiamavano “terrone” pur essendo io nato e da sempre vissuto a Torino.
Ora, io sono piuttosto omofobo. Non riesco nemmeno a guardare scene di anche solo baci tra uomini (non donne eh, lo ammetto con tutto il candore maschilista che posso avere). Esempio mi piace un sacco la serie tv Brothers & Sisters, ma quando ci sono le scene con il fratello gay e suo marito, o moglie non saprei, non riesco a guardare.
Ma nonostante questo ritengo che nessuno possa anche solo permettersi di pensare quanto scritto in questo sito. Lo trovo come quando alle elementari mi insultavano perché meridionale. Non potrò mai accettare la discriminazione avendola subita in prima persona. Potrò non condividere per mie inclienazioni sessuali l’omosessualità non riuscire a vederla, ma mai impedirò a un omosessuale di essere ciò che è.
Se poi vogliamo parlare di matrimonio la mia posizione cambia 😉
DICONO I UOCHI TOCHI:
L’insegnante di danza era efebico. Io vestivo con la tuta da ginnastica e le espadrilles, ed ero supremo e patetico; e sopratutto l’unico maschio in mezzo a ragazze che ballano, che si cambiano nella stanza di fianco, che mi fanno pat pat sulla testa: uno smacco per coloro che dopo gli allenamenti di calcio passavano il tempo a constatare reciprocamente le misure del loro cazzo. Purtroppo, è considerato più eterosessuale guardarsi tra maschi per determinare chi sta nel club dell’età puberale, piuttosto che farsi circondare da ragazzine vestite attillate che fanno discorsi sulle loro relazioni presenti e passate.
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