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ma mi faccia il piacere, crociata
Ma se la Ru486 si potrà somministrare solamente in ospedale, e se eutanasia significa – banalizzando – staccare i macchinari, che cosa c’entrano i farmacisti?
Questo, direi, è uno dei più tipici esempi di adesione (in evidente malafede, peraltro) a una parola d’ordine che deve unicamente servire a mobilitare le risorse emotive della gente, e a rendere ancor più stretti i margini di praticabilità. Le parole del signor Crociata sono completamente prive di senso.
Oltre al resto, sono anche estremamente offensive: «Il diritto-dovere» (attenzione: il contenuto è già slittato dall’area semantica della facoltà a quella del diritto, e infine addirittura a quella del dovere…) «all’obiezione di coscienza non riguarda solo i farmacisti cattolici ma tutti i farmacisti, perché la questione della vita e della sua difesa e promozione non è una prerogativa dei soli cristiani. Anche se dalla fede riceve luce e forza straordinarie, essa appartiene ad ogni coscienza umana che aspira alla verità ed è attenta e pensosa per le sorti dell’umanità».
Traducendo: i farmacisti che – non si sa come, davvero – collaborano «direttamente o indirettamente alla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali, come per esempio l’aborto e l’eutanasia» possono esclusivamente:
a) non avere coscienza umana;
b) avere coscienza umana che non aspira alla verità;
c) non avere a cuore le sorti dell’umanità;
d) non essere nemmeno «pensosi».
Che cuore tenero, eh, questo Crociata.
Che senso paterno.
E il bello è che non c’è nessuno che, con la semplice forza di una domandina, lo spinga verso la realtà…
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