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l’intolleranza di minzolini
Il comitato di redazione del Tg1 ha protestato contro l’editoriale con cui Minzolini – spiega la rappresentanza sindacale interna dei giornalisti – ha «allineato» il Tg1 – che mai è «stato schierato, nella sua storia, contro alcuna manifestazione» – «contro la manifestazione del sindacato unitario dei giornalisti per la libertà d’informazione, cui ha aderito una moltitudine di cittadini».
Minzolini risponde che questa «è la dimostrazione che c’è chi manifesta per la libertà di stampa, ma è intollerante verso chi ha una opinione diversa».
Mi pare sconcertante che il direttore del Tg1 finga di non sapere che quella che ieri sera egli ha espresso nel suo editoriale non è un’opinione qualunque, e non è nemmeno l’opinione personale del direttore del Tg1: è l’opinione della testata in generale.
L’editoriale del direttore del Tg1 esprime la linea politica della testata, e non un pensiero che vagola tra le cellule cerebrali di un singolo individuo.
Lui, in quanto direttore, ha il potere di dettare la linea al Tg1.
È completamente privo di senso che lui accusi i suoi giornalisti di essere intolleranti, perché il suo editoriale ha profili di equivalenza a un «ordine di servizio».
Dunque, i redattori dissenzienti eventualmente sarebbero al più renitenti o inadempienti: in nessun caso, mai, «intolleranti».
L’editoriale di Minzolini è l’espressione del suo potere anche sui suoi giornalisti.
I quali non hanno, con un direttore, la possibilità di essere né tolleranti né intolleranti: possono solo obbedire o al massimo invocare la clausola di coscienza per il cambio di linea politica del giornale e dimettersi con una buonuscita.
Sono io, francamente, che trovo intollerabile il fatto che uomini di potere definiscano intolleranti coloro i quali dal loro potere vengono schiacciati e – per questo fatto, non per altro – reagiscono.
È l’ennesimo esempio di inversione della realtà, questo.
Cioè: quello che comanda sono io.
Io impegno tutti voi a seguirmi su questa linea, obbligandovi dunque a «leggere» le notizie secondo i miei criteri.
Voi eccepite che, insomma, non sareste troppo d’accordo, perché è la prima volta nella storia che il Tg1 si schiera contro una manifestazione.
E io vi dico che gli intolleranti siete voi, perché non accettate che io abbia un’idea diversa dalla vostra.
Già.
Peccato che quello che comanda sia lui, e dunque è lui l’unico che può «tollerare» oppure no le opinioni differenti dalla sua.
Per non essere giudicati «intolleranti», in questo quadro l’unica possibilità è dire signorsì.
Eppure – pare impossibile – ma ci sono ancora giornalisti con una certa delicatezza gastro-intestinale.
Pochi, ma ci sono.
Gente a cui il servilismo fa venire da vomitare.
Hai centrato perfettamente il problema: il direttore Minzolini, che tra l’altro mai ha informato, non dico correttamente, ma semplicemente informato, lo spettatore di tutta la questione Repubblica/Berlusconi, ha schierato l’intera redazione non dalla parte del cittadino (che, tra l’altro, gli paga lo stipendio) ma dalla parte di un dei due contendenti (non importa chi sia).
Questo semplificando il quadro, perchè gli attori sono molti di più di due, direi più giustamente, e sempre semplificando Governo/stampa non controllata dal governo.
Il rovesciare le frittata è una specialità di certo tipo di stampa, e di politici, nel caso della stampa(televisione è certamente più grave.
Ciao
ps
Grazie per le tue belle parole 😉
Grazie a te per il fatto di aver considerato belle le mie parole