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il tg (di) 1
Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini dice che la manifestazione che per la libertà di stampa (concetto vago e ambiguo, questo è vero: ma non è il caso di discuterne qui) si è tenuta oggi a Roma con gran concorso di persone gli è – e a me l’aggettivo sembra singolare – «incomprensibile».
Dice anche che «il 68 per cento delle querele dei politici ai giornalisti arriva da esponenti dei partiti di sinistra».
Io vorrei sapere da dove desume questi dati, cosa che non mi pare irrilevante.
Ma non importa.
Quel che io mi domando è se lui crede davvero e fino in fondo in quel che dice.
Se ci crede davvero, mi domando quale logica segua.
Se non ci crede fino in fondo, mi domando come faccia a guardarsi allo specchio.
Ma in generale, non capisco come si possa, in un editoriale del principale telegiornale del servizio pubblico, difendere il presidente del Consiglio o qualunque altra parte politica senza pensare di venir meno al proprio dovere di giornalisti.
Non capisco come ci si possa rendere strumento di un governo facendo i giornalisti (e percependosi ancora tali), e senza sentire dentro di sé una vocina che protesta.
Ciò che scrivi conferma i miei sospetti: un “giornalista” così o ci è o ci fa (dalle mie parti, in senso generalizzato, si direbbe: “o l’è strullo o fa da strullo”). Bene: se Minzolini “è” così, anche se è ingiustificabile diriga il tg1, c’è poco da fare: la logica politica berlusconiana vuole circondarsi di servi ed yesmen e Minzolini ricopre tale ruolo alla perfezione; se invece Minzolini non è così e, sotto sotto, non crede in quello che dice e che fa, allora come te che ti chiedi come faccia a guardarsi allo specchio, io mi chiedo quanto pelo sullo stomaco possa avere e quanta poca considerazione della sua dignità “professionale”.
[linko il tuo post e sfrutto il commento per farne a mia volta un post]
Linka, linka…