il «terzismo» estremista

«Sta passando l’idea che ci sono due fette d’Italia in rissa tra loro – i berlusconiani e gli antiberlusconiani – ciascuna delle quali con un gruppo editoriale alle spalle, Fininvest-Mediaset da una parte e Repubblica-Espresso dall’altra».
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«A questo imbarbarimento – che, ripeto, non ha niente a che fare con destra o sinistra – c’è una fetta di paese minoritaria di Paese che ha tentato e sta tentando di rispondere dicendo e ripetendo (fino alla noia) che questo scivolamento oltre le regole del vivere civile è, appunto, barbaro».
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«Solo che in Italia la lucidità collettiva è stata talmente appannata che a denunciare questa banalità – perché di banalità si tratta – si diventa immediatamente faziosi ed estremisti (Panebianco di oggi), nonché intruppati al soldo di un editore svizzero: modalità argomentative il cui esito è appunto stabilire un’apparente specularità di posizioni e interessi».
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«Di qui la cantilena dei sedicenti “terzisti” – i Panebianco, appunto, ma anche i Battista e tanti altri – che rivendicano come “autonomia di giudizio” al di sopra delle parti quella che è – nella più benevolente delle ipotesi – una dispercezione del reale, di quello che sta accadendo, di quello che c’è in gioco».

Alessandro Gilioli
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