Tags
Related Posts
Share This
il potere più dolce e terrificante del mondo
Barbara Gozzi commenta questa notizia terrificante e si domanda a chi appartiene il corpo di una donna.
Io penso che il corpo di una donna non valga per sé, come luogo fisico della sua identità.
Credo che lo si sia scambiato con un un luogo socialmente e politicamente rilevante nel quale altri ritengono di poter impunemente entrare.
È un luogo concavo, il posto da cui chiunque al mondo è uscito. È un posto che scatena la rabbia di chi non ha fatto i conti con il proprio corpo, forse, perché vorrebbe esser nato in cielo, in un luogo senza odore, senza contrassegni identitari.
La facoltà di procreare e di prolungare i destini dell’umanità ad infinitum risulta intollerabile a chi ritiene di non averla, di non poterla esercitare in modo così diretto, o a chi – pur avendola, in quanto donna – non riesce ad accettarla perché è il potere più dolce e terrificante che ci sia al mondo.
E questo primario che ha gridato «assassine» a tre donne che nel corridoio dell’ospedale di Melzo svolgevano le pratiche necessarie a poter abortire è un uomo che sarà corroso dal suo inutile e tragico livore fino alla sua morte.
Io rimango della mia idea, anzi, man mano che questo esproprio del corpo procede (a proposito…), ne sono sempre più persuaso: il mio corpo sono io. A livello legislativo e mediatico, si insiste per orientare diversamente il sentimento generale: per esercitare meglio il controllo. L’esproprio, tra le altre conseguenze che porta con sé, induce a non tenere più in alcuna considerazione i nostri limiti “produttivi”: il lavoro diventa un giungla, non più “lavorare tutti lavorare meno”, ma “produrre di più per guadagnare di più”. E se freghi il lavoro ad un altro? Tanto peggio per lui. E allora: meritocrazia!
Incidenti sul lavoro, disastri ferroviari, incidenti automobilisti, nevrosi, depressioni, controllo dei bambini attraverso psicofarmaci, suicidi come in Francia… solo incidenti di percorso?
Ribellarsi e recuperare il sentimento e la consapevolezza del corpo è oggi il primo imperativo per una persona. Per restare umani.
Sì, è vero.