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tacchi a spillo e fumatori altruisti
Segnalo questa cosa uscita il 15 settembre sull’inopportunità igienico-sindacale (mio dio) dei tacchi delle donne sul lavoro, ripresa qui su Repubblica.it dal corrispondente da Londra Enrico Franceschini.
Che perfino la Gran Bretagna stia conoscendo questa crescente pervasività della normazione nella vita privata dei cittadini è una cosa che colpisce, per quanto riconosco che l’argomento che gli uomini possono star comodi mentre invece le donne (hostess, commesse…) no ha un suo senso.
Ma c’è anche una cosa carina.
Scrive il Guardian facendo parlare una specialista: «This is not a trivial problem. Two million working days are lost every year through lower limb and foot-related problems».
E scrive (traduce) la Repubblica: «“Non è una questione triviale”, ha detto Lorraine Jones, presidentessa della Associazione Chiropodisti Britannici. “Sono la causa di due milioni di giornate di lavoro perdute all’anno”».
Tra l’altro, il Guardian si domanda anche il motivo per cui questa prescrizione sia indirizzata solamente alle donne: «Nessuno ha mai sentito di Berlusconi?», si legge. Ma Repubblica, tacendo l’affermazione, per questa volta ha perso un colpo…
Poi m’è piaciuta moltissimo – da ex fumatrice – questa cosa sull’Independent: «Non c’è schiatta di cittadini più altruista ed eroica dei fumatori, che contribuiscono all’economia per per molti miliardi di sterline in più di quelli che sottraggono al sistema in virtù del loro bisogno di cure sanitarie, e fanno risparmiare un’ulteriore e incalcolabile quantità di miliardi grazie al fatto che la loro morte prematura riduce il numero delle istanze di accesso alle pensioni statali».
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