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annegare in un mare di dileggio
«A molte persone, al di fuori dell’Italia, l’idea che Berlusconi sia un attore-chiave sulla scena globale, in grado, per esempio, di “aiutare” gli Stati Uniti a trattare con Mosca risulta semplicemente ridicola.
Ma in Italia quell’idea funziona. Le sue “gaffes” sono spesso calcolate allo scopo di dimostrare che egli ha un rapporto diretto con l’italiano ordinario, con l’italiano medio.
Tuttavia, esse mascherano un substrato di arroganza e autoritarismo che recapita il messaggio opposto, ovvero che egli è collocato al di là delle normali regole di comportamento.
Nessun altro leader macchiato dal fango di scandali sessuali avrebbe osato fare la spassosa dichiarazione secondo la quale – così ha detto a Milano – egli ha “introdotto moralità” nella politica italiana.
Il fatto che non sia annegato in un mare di dileggio è il riflesso del suo spaventoso potere sui mezzi di comunicazione».
A volte, le analisi dei giornali stranieri risentono di qualche approssimazione, o anche solo della lontananza dalle cose di cui riferiscono – cosa che per altri versi (la maggioranza dei versi) è estremamente positiva.
Ma la semplice consequenzialità di queste affermazioni di Richard Owen sul Times è così inattaccabile da far venire un po’ di mal di stomaco.
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