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adunata sediziosa
Michele Placido. Giancarlo de Cataldo. Gigi Proietti. Francesca Comencini.
Sottoscrivo ognuna delle loro parole di critica al ministro, riconosco che sono quattro nomi di grande rilievo, e sono certa che ci sono moltissimi registi e moltissimi scrittori che sono d’accordo con loro.
Ma quattro persone continuano a sembrarmi troppo poche perché si possa titolare attestando l’esistenza di una «rivolta».
A parte l’uso esagerato delle parole – di per sé non grave ma se non altro indicativo – mi sembra che definire «rivolta» una cosa che coinvolge quattro persone sia un altro esempio del livello zero raggiunto dalla politica, dal discorso pubblico, e – purtroppo, ma inevitabilmente – dal giornalismo.
Alla rivolta serve coscienza critica, servono progetti alternativi di mondo.
Altro che le querele – sacrosante – di Placido (che peraltro nei giorni scorsi sembrava avesse già querelato, e ora sembra invece non l’abbia ancora fatto).
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